
Papa Leone incontra Zelensky. Mattarella: "L’Italia è con Kiev". .
L’Italia sostiene l’Ucraina. La Chiesa cattolica lavora per la pace. E per due giorni (oggi e domani) Roma diventa l’epicentro della diplomazia che dagli Stati Uniti all’Europa si schiera con Kiev. Merito anche della sostanziale virata americana. La doppia visita italo-vaticana del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ieri a Castel Gandolfo accolto da Leone XIV, e poi al Quirinale ospite di Sergio Mattarella, ricorda l’urgenza della pace. Poi toccherà alla Conferenza per la ricostruzione ucraina assicurare progettualità al ’dopo’.
Oggi e domani alla Nuvola ci saranno 50 tra capi di Stato, di governo e ministri, tra cui la leader della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il premier polacco Donald Tusk. Cinquemila partecipanti, fra cui circa 100 delegazioni governative e 40 di organizzazioni internazionali – incluse le principali banche di sviluppo – e 2.000 aziende e rappresentanti di autonomie locali e società civile, daranno vita ai lavori su quattro dimensioni: imprenditoriale; umana; locale e regionale; pro Ue. Obiettivo: mobilitare finanziamenti o intese per almeno 15 miliardi (a Berlino 2024 furono 16,5). "Sostenere Kiev, oltre che un dovere, è una straordinaria opportunità di crescita comune", chiarisce il vicepremier Antonio Tajani.
È direttamente Leone XIV a dare il benvenuto a Zelensky a Castel Gandolfo. Il leader ucraino apprezza premura papale e affaccio sul lago. Zelensky in mimetica nera e il Papa con la semplice talare bianca hanno una conversazione intensa. I comunicati lo confermano. Leone XIV ribadisce "l’importanza del dialogo come via privilegiata per porre fine alle ostilità", riafferma "la disponibilità ad accogliere in Vaticano i rappresentanti di Russia e Ucraina per i negoziati", rinnova "la propria preghiera e vicinanza al popolo ucraino". Zelensky ringrazia il Papa su Telegram per gli "sforzi per il rimpatrio dei bambini dalla Russia" e apprezza "la proposta di incontri in Vaticano per fermare l’aggressione russa e raggiungere una pace stabile, duratura e autentica rimane aperta e pienamente possibile". Però usa la parola "incontri": non "negoziati". E aggiunge: "Solo Mosca sta respingendo questa proposta, così come tutte le altre". L’invito di Sua Santità a Kiev suggella la qualità della visita.
L’incontro al Quirinale con Sergio Mattarella è altrettanto calorosa. Il Capo dello Stato ribadisce la "ferma posizione" di "pieno sostegno" dell’Italia all’Ucraina, sottolineando che "la sicurezza di Kiev si identifica con la sicurezza europea". Quanto all’ingresso di Kiev nella Ue, "si aprano presto i negoziati". "Conversazione positiva e importante", dichiara Zelensky, aggiungendo espliciti ringraziamenti a Mattarella "per il sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina e per l’assistenza fornita al nostro Paese". All’Italia Zelensky richiede lo sforzo ulteriore di "ratificare l’accordo" per l’istituzione "del Tribunale speciale per i crimini di aggressione contro l’Ucraina". I meriti italiani, dal punto di vista di Kiev, sono però già notevoli.
Sarà Giorgia Meloni ad accogliere Zelensky oggi alla Nuvola prima di partecipare da remoto al nuovo atteso appuntamento del gruppo di sostegno a Kiev: una call dei volenterosi con Emmanuel Macron e Keir Starmer collegati dal Regno Unito, per fare il punto sul tema urgente della difesa dagli attacchi russi, sempre più pesanti su tutto il Paese. La presenza – extra format – dell’inviato statunitense Keith Kellogg (ieri a colloquio con Zelensky su accelerazione delle forniture di armi e sincronizzazione diplomatica sulla Russia) dà la misura dei movimenti. Donald Trump è stanco di Vladimir Putin e sta riconsiderando la propria posizione.
Intanto, per fermare l’avanzata di Mosca in Ucraina, l’Eurocamera chiede alla Germania di fornire a Kiev missili Taurus a lungo raggio. La mozione presentata da Ecr (il gruppo di FdI) divide la maggioranza italiana e spacca il Pd. I riformisti dem votano infatti con Forza Italia e Fratelli d’Italia, mentre la Lega si schiera con Cinque Stelle, Avs e la maggior parte del Pd (il capodelegazione Nicola Zingaretti, a sorpresa, non vota). L’emendamento viene approvato con 427 sì, 181 no, 54 astenuti.