Sabato 4 Maggio 2024

Collisione navi in Corsica, la marea nera raddoppia. Operazioni anti-inquinamento

Appello di Greenpeace: "Servono norme per proteggere il Santuario dei cetacei". In campo un simulatore ambientale e il consirzio Lamma per il meteo

Le due navi entrate in collisione al largo della Corsica (Ansa)

Le due navi entrate in collisione al largo della Corsica (Ansa)

Genova, 8 ottobre 2018 - E' corsa contro il tempo per fermare la marea nera che minaccia il santuario dei cetacei. Il giorno dopo la collisione, al largo della Corsica, tra una nave Ro-Ro battente bandiera tunisina e una porta container cipriota, la chiazza di carburante in mare è raddoppiata: da 10 a 20 chilometri quadrati, e Francia e Italia tentano di arginare il disastro ecologico.

Da Parigi arriva la rassicurazione che "tutto è sotto controllo", come assicura  il ministro francese per la Transizione Ecologica, Francois De Rugy, ma è certo che le operazioni anti-inquinamento dureranno ancora diversi giorni. Alle attività di messa in sicurezza del tratto di mare dove si è verificato l'incidente collabora la Guardia Costiera italiana, mentre del recupero di materiale inquinante si sta occupando uno dei tre mezzi antinquinamento della Castalia, la società convenzionata con il ministero dell'Ambiente. Continua inoltre il monitoraggio della zona da parte dei mezzi aerei e navali della Guardia Costiera e sono stati acquisiti anche una serie di elementi di carattere tecnico sulle due unità coinvolte nell'incidente. 

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UN AIUTO DAL METEO - C'è poi il consorzio Lamma, impegnato a supportare la gestione dell'emergenza per fornire i dati delle previsioni meteo delle prossime ore e dei prossimi giorni, fa sapere l'assessore all'ambiente della Toscana Federica Fratoni: "Con le previsioni meteo a disposizione sarà più agevole la pianificazione delle attività di emergenza sul tratto di mare". I dati riguardano: previsione operativa dello stato del mare (vento, onde, e correnti di superficie); misure di corrente superficiale da radar HF; rilevamento satellitare dell'eventuale sversamento (ottenuto tramite elaborazione dei satelliti Sentinel). Inoltre verrà attivato un modulo per la previsione dello spostamento dello sversamento. 

LA SIMULAZIONE - E dopo la collisione Regione Liguria si è attivata fornendo tutto il supporto possibile. In particolare, attraverso Arpal, l'Agenzia regionale di protezione ambientale, ha utilizzato una specifica modellistica per simulare il comportamento della macchia inquinante presente in mare e supportare così le attività di monitoraggio ambientale. "Abbiamo messo a punto una simulazione basata su dati geografici, meteo marini e previsionali per capire al meglio il comportamento della macchia e i suoi spostamenti - ha chiarito l'assessore regionale all'Ambiente Giacomo Giampedrone - Al momento, dalla proiezione si evidenzia una sostanziale stazionarietà del carburante presente in mare, rispetto al punto di rilascio. Attraverso i tecnici dell'Agenzia continueremo a effettuare il monitoraggio della situazione e verificare le eventuali ricadute e avvicinamenti alla costa".

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L'APPELLO DI GREENPEACE - Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia, chiede a gran voce di introdurre norme "precise sulla protezione e sulla tutela del Santuario dei Cetacei è una scelta non più rinviabile". L'incidente, spiega, si è verificato "in pieno Santuario internazionale dei Cetacei" (il triangolo di mare racchiuso tra Nord della Sardegna, Corsica, Toscana e Liguria, fin quasi a Tolone, in Francia) dove "sono stati osservati sia la balenottera comune che il capodoglio".

"Le nostre preoccupazioni si sono avverate" afferma Giannì, osservando che l'incidente è avvenuto "tra imbarcazioni che dovrebbero esser dotate delle migliori tecnologie e in condizioni meteorologiche assolutamente ideali. In attesa dei risultati dell'indagine che deve accertare le responsabilità, ora possiamo solo sperare che le delicatissime procedure per disincastrare le due navi riescano a evitare ulteriori dispersioni di combustibile in mare e, soprattutto, l'affondamento della portacontainer".

Il momento più delicato sarà quando si dovranno separare le due navi, osserva Greenpeace in una nota, "a quel punto si potrebbero verificare importanti sversamenti di idrocarburi che sarà necessario arginare. Si tratta del combustibile navale (in particolare della portacontainer cipriota) che usualmente contiene elevati quantitativi di sostanze tossiche e cancerogene (Idrocarburi Policiclici Aromatici e altro). Questo incidente, purtroppo, conferma la vulnerabilità dell'area, soggetta a intenso traffico navale e funestata da ripetuti incidenti. Purtroppo, gli allarmi lanciati da Greenpeace e da molti altri sono rimasti inascoltati e ben pochi passi avanti si sono fatti per garantire la sicurezza dei trasporti nel Santuario". Greenpeace ricorda infine che si batte da anni affinché il Santuario dei Cetacei "sia protetto sul serio e non solo sulla carta" e auspica "che questo ennesimo incidente non si riveli l'ennesimo disastro ambientale prevedibile".

IL SINDACO DI LA MADDALENA - In linea con Greenpeace, Luca Montella lamenta: "Da anni le Nazioni Unite danno raccomandazioni per garantire massima tutela rispetto al traffico marittimo internazionale nelle Bocche di Bonifacio, ma quelle misure non sono pienamente operative". Per il primo cittadino sardo l'incidente conferma che "il problema non sono solo le navi cisterna, ma tutte quelle di dimensioni tali da mettere a rischio l'ambiente per la quantità di combustibile necessaria per la trazione".