Venerdì 3 Maggio 2024

Boris Johnson in bilico, oggi il voto di fiducia: ecco cosa può succedere

Le lettere di sfiducia dopo il Partygate hanno superato il quorum: scatta la votazione. Con il 50% di contrari in maggioranza, il premier dovrà dimettersi

Boris Johnson, premier britannico (Ansa)

Boris Johnson, premier britannico (Ansa)

Londra, 6 giugno 2022 - Il partito conservatore britannico voterà oggi la fiducia Boris Johnson. E' stato superato infatti il quorum delle lettere di sfiducia al primo ministro da parte dei deputati di maggioranza, quorum fissato al 15%, pari cioè a 54 parlamentari. L'annuncio del voto è stato dato oggi da Graham Brady, presidente del comitato organizzativo dei Tory. Lo scrutino (segreto) è in programma fra le 18 e le 20 ora britannica, subito dopo inizierà la conta dei voti. I deputati di maggioranza sono tecnicamente chiamati ad esprimersi su Johnson come leader di partito, ma in caso di sfiducia da parte della metà di loro (180), scatteranno le dimissioni anche dal governo. Il voto si svolgerà a Westminster, sede del Parlamento, nella stanza dove si riunisce ogni settimana il comitato organizzativo del partito. 

Boris Johnson ottiene la fiducia: 211 voti a favore, 148 contrari

Perché il voto di sfiducia

La sfiducia a Boris Johnson è legata a un contesto di malumori in seno al partito Tory, maturati dopo le notizie delle feste a Downing Street, residenza del primo ministro, fra il 2020 e il 2021 durante la pandemia Covid. Quelle feste violarono le misure di lockdown decise dalla stesso governo per il contenimento dei contagi e sono già costate a BoJo anche una multa, mai successo prima: Johnson è il primo premier multato della storia britannica. Gli ultimi sondaggi mostrano che il consenso su BoJo è in calo: ne sono dimostrazione i fischi incassati alla sua apparizione pubblica durante il Giubileo di platino nei giorni scorsi. La maggior parte delle lettere di sfiducia sono state formalizzate ieri, non a caso: i conservatori hanno infatti voluto salvaguardare il Giubileo, evitando che un terremoto politico oscurasse i festeggiamenti per i 70 anni di trono di Elisabetta II.

Cosa può succedere

Nel caso in cui anche solo il 50% dei deputati di maggioranza sfiducino il premier, BoJo sarà costretto a dimettersi. Se invece Johnson supererà indenne il voto di stasera sarà al riparo da un altro voto di sfiducia interno al partito almeno per un anno, a meno di cambiamenti di regole.  Sulla carta Johnson sembra poter contare ancora sulla fiducia di più della metà dei suoi, ma lo scrutinio sarà segreto e sull'esito del voto ci sono margini di incertezza. Anche una maggioranza risicata potrebbe comunque indebolire il governo, che potrebbe risentire dello strattone nell'immediato futuro. Graham Brady spera in un risultato chiaro ma una fonte di Downing Street citata dai media britannici dicono che "ci sarà battaglia". 

Cosa ha detto BoJo

È un voto che "offre l'occasione di porre fine a mesi di congetture e che permetterà al governo di mettere un punto (sul Partygate) e di passare a occuparsi di altre cose che riflettono la priorità della popolazione", ha detto il portavoce del premier, che in questo passaggio critico è sostenuto dagli altri membri del governo.

Il precedente di Theresa May

Non è il primo premier ad affrontare il voto di sfiducia. Era successo anche con Theresa May, nel 2018, finita nel miniro dei conservatori per la sua gestione della Brexit. Allora May fu riconfermata, con il voto favorevole del 63% dei suoi parlamentari. Il governo di May si concluse comunque un anno dopo con la resa della premier che nel maggio 2019 dichiarò di non essere in grado di realizzare il processo di uscita dall'Ue, annunciando le dimissioni di lì a un mese. 

I Labour

Il leader dell'opposizione laburista, Keir Starmer, ha sfidato stamane il gruppo Tory a "dare prova di leadership e a liberarsi di Boris Johnson". Intervistato da vari media, Starmer ha detto che al Labour potrebbe anche convenire continuare a fronteggiare un premier la cui reputazione è stata "pesantemente danneggiata" dal Partygate; ma ha aggiunto di sperare la maggioranza dei conservatori stacchi comunque la spina a BoJo per ragioni di "interesse nazionale".