Lunedì 6 Maggio 2024

Israele, raid a Jenin dopo l'omicidio di un rabbino. Uccisi due palestinesi

Le unità speciali israeliane hanno attaccato un edificio in cerca dei responsabili dell'uccisione di un rabbino. Durante l'operazione i soldati sono stati circondati dagli abitanti del quartiere, e altre forze blindate sono intervenute

Un soldato israeliano (Ansa)

Un soldato israeliano (Ansa)

Tel Aviv, 18 gennaio 2018 - Un blitz nella notte delle forze israeliane a Jenin (Cisgiordania) ha portato al'uccisione di due palestinesi, uno era il figlio di un dirigente di Hamas. L'azione militare aveva lo scopo di colpire i responsabili della morte di un rabbino, Raziel Shevah, vicino a Nablus, avvenuta il 9 gennaio.

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Dopo un lungo e prolungato scontro a fuoco l'esercito israeliano ha ucciso due sospetti e effettuato vari arresti. Nell'azione sono rimasti feriti due militari israeliani, uno dei quali versa in condizioni gravi. 

La radio militare ha precisato che nell'operazione dell'unità di élite israeliana sono stati localizzati i ricercati. L'edificio è stato circondato ed è stato ingaggiato uno scontro a fuoco. Ma l'unità speciale, dopo l'iniziale sorpresa, è stata circondata da centinaia di abitanti del rione che hanno scagliato contro i militari sassi ed altri oggetti. In soccorso altre unità dell'esercito hanno fatto ingresso a Jenin. L' operazione si è conclusa con la demolizione dell'edificio dove si nascondevano i ricercati palestinesi. In diversi video pubblicati online dai palestinesi, diversi carri armati israeliani sono comparsi entrando in città.

Nello scontro a fuoco è morto Ahmed al-Jarrar, 22 anni: lo rende noto Hamas in un comunicato in cui afferma che si tratta di un "martire delle Brigate Ezzedin al-Qassam" (il suo braccio armato) ed è anche un "martire figlio di un martire" perché suo padre Nasser al-Jarrar, ucciso dall'esercito israeliano nel 2002, era il comandante della sua ala militare a Jenin.