Martedì 12 Novembre 2024
Alessandro Belardetti
Elezioni USA

Ecco perché non si saprà subito chi ha vinto le elezioni Usa

Preferenze gestite a livello locale, non c’è un ‘cervellone’ centrale. Il testa a testa tra candidati, poi, complica le cose. Ricorsi e accuse id brogli: il rischio dell’esito ufficiale a dicembre

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I due candidati alla Casa Bianca: Kamala Harris e Donald Trump

Roma, 21 ottobre 2024 – Il verdetto delle presidenziali Usa del prossimo mese è davvero incentro e sono diverse le ragioni per cui non ci sarà una proclamazione rapida del vincitore. Gli Stati Uniti non hanno un sistema di conteggio centralizzato dei voti elettorali come l’Italia, dove il Viminale riceve i risultati e poi li comunica.

Negli States le elezioni sono gestite a livello statale, se non addirittura a livello di contea. I voti dei vari seggi vengono contati e passati a una commissione elettorale statale che poi li sigilla e li passa al Congresso, dove in dicembre Senato e Camera riuniti li aprono, li ricontano e li certificano. Poi a gennaio le due Camere in seduta congiunta certificano l'esito alla presenza del vice presidente.

La procedura

Si tratta di un iter che richiede mesi, quindi chi dirà la notte delle elezioni chi ha vinto le presidenziali? Per decenni l'onere e l'onore sono stati dell'Associated Press, alla quale negli anni si sono unite altre 'decision desk', dalla CNN alla Fox, dalla CBS alla NBC, fino alla ABC. Fox News è considerata uno dei più affidabili perché ha una sua decision desk disgiunta dalla gestione pro Trump dell'emittente. Bisogna comunque tenere a mente che si tratta di una dichiarazione, non di una certificazione.

Cosa dobbiamo aspettarci dalla prossima notte elettorale?

Va considerato che alle 23 ora di New York, quando in Italia sono le 5 del mattino del giorno dopo, avranno chiuso tutti i seggi. O almeno dovrebbero, perché chi è già in fila ha diritto di votare anche se il seggio chiude. Potrebbe così succedere che in un seggio che avrebbe dovuto chiudere alle 20, alle 22 si stia ancora votando. Se ci fosse la vittoria a valanga di uno dei due candidati, si potrebbe conoscere il risultato già durante la notte.

Ma nessuno si aspetta una vittoria a valanga né per Trump né per Harris, quindi uno scenario come quello del 2012, quando la conferma di Obama alla Casa Bianca fu annunciata già alle 23,48 è improbabile ed è più verosimile quello del 2000, quando nella sfida Bush-Gore il risultato si seppe a dicembre, solo quando la Corte Suprema si espresse al termine di una interminabile battaglia a colpi di ricorsi.

Il voto per corrispondenza

Dal 2020 il metodo elettorale negli Stati Uniti è cambiato e la maggioranza degli elettori oramai preferisce votare per corrispondenza. Nel 2020 c'era la pandemia e mettersi in fila in un luogo affollato al chiuso per votare di persona non era gradevole per nessuno. Così il 70% degli elettori preferì votare per corrispondenza. Successivamente il dato è sceso al 50 per cento, ma sembra che questa tendenza sia ormai consolidata. Con quale esito per il risultato? In Stati come la Pennsylvania, il Wisconsin, la Georgia, il Michigan è permesso contare i voti per corrispondenza solo dopo che si è finito di contare i voti espressi di persona.

Il ‘miraggio rosso’ del 2020

Ecco perché nelle elezioni del 2020 si verificò ‘il miraggio rosso’ che fece credere che Trump avesse vinto con una grande maggioranza: gli elettori repubblicani avevano preferito votare di persona, quelli democratici per posta così a mano a mano che venivano contati i voti per corrispondenza, Biden accorciava la distanza fino a raggiungere e superare l'avversario.

Gli Stati chiave in bilico

E’ possibile che questo succeda anche in queste elezioni perché la Pennsylvania, che porta in dote 19 voti elettorali ed è considerato uno Stato fondamentale perché un candidato possa vincere, ha 9 milioni di probabili elettori e almeno il 40% di questi ha scelto di votare per corrispondenza. Il che vuol dire che 3,6 milioni di voti dovranno essere contati dopo che si è finito di contare gli altri. E' chiaro che il risultato della Pennsylvania arriverà tardi, di sicuro non entro le 11 di sera quando chiuderanno tutti i seggi. Lo stesso varrà per gli altri Stati chiave come Wisconsin, Michigan e Georgia.

L’incognita delle commissioni ‘trumpiane’

A complicare ancor di più le cose in questa tornata elettorale il fatto che dal 2020 alcuni Stati in bilico (Georgia, Arizona e Michigan) hanno riempito le commissioni elettorali – quelle nelle quali convergono i voti dei vari seggi – di esponenti MAGA, cioè di trumpiani. Le commissioni

elettorali hanno il diritto di ordinare l'interruzione della conta dei voti se da uno dei seggi un qualsiasi osservatore riferisce che è stato testimone di brogli. Col risultato che l'esito da quel seggio non solo non viene comunicato subito, ma probabilmente nemmeno nelle ore o addirittura

nei giorni successivi perché una delle parti, che sia repubblicana o democratica, potrebbe contestare la decisione della commissione elettorale e appellarsi a un tribunale amministrativo elettorale o, se nemmeno questa decisione dovesse soddisfarlo, fare ricorso alla Corte Suprema. E così la procedura si prolunga per settimane.