Venerdì 6 Dicembre 2024
Agnese Pini
Editoriale e Commento

Occidente al bivio tra la Cina di Xi e il bis di Trump

Nuovi assetti e vecchie ambizioni

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Donald Trump e sullo sfondo Vladimir Putin (Ansa)

Donald Trump, fresco di vittoria e chiuso nella residenza dorata di Mar-a-Lago, si dice pronto a rilanciare la sua politica di pace con soluzioni rapide e franche strette di mano. Trump sembra però fingere di non vedere che la Russia non è più quella che trovò nel 2016, all’inizio della sua prima presidenza, quando era stretta in un sostanziale isolamento internazionale.

Mosca divide ormai proficuamente con Pechino il controllo di risorse strategiche e di rotte globali. In Xi Jinping, Putin ha trovato un alleato essenziale, mentre il gas che un tempo fluiva verso l’Europa oggi nutre la potenza del Dragone. A tutto questo si aggiunge l’appoggio dell’Iran, che condivide droni e armi con Mosca, e che è parte di un’alleanza che si estende fino ai confini del Mediterraneo, mentre anche la Turchia di Erdogan è ormai una potenza che guarda con favore a Teheran, ostile a Israele e pronta a destabilizzare il Medio Oriente. La loro intesa, dunque, non è più solo una necessità tattica: è già un progetto per ridisegnare le sfere d’influenza mondiali. E gli Usa di Trump non potranno non tenerne conto, avendo già in parte perso quel ruolo di centralità che il nuovo presidente rivendica in queste ore.

Ed ecco allora il senso dell’appello di Mattarella, che non è solo un inevitabile richiamo a Pechino, ma è anche un’indiretta preghiera all’Italia e all’Europa, cronicamente malate di immobilismo e di paura. Se il nuovo ordine globale sentenziato da Putin è già realtà, allora non possiamo permetterci esitazioni, concessioni, passi falsi. La posta in gioco sono le nostre democrazie. Lo ha detto lo Zar, forte dei suoi nuovi amici capaci di tenerci in scacco su un doppio fronte: quello economico e quello militare, tanto a Kiev quanto a Gaza. Oggi più che mai siamo di fronte a una partita che disegnerà il nostro futuro. Sta a noi dimostrare di essere pronti, con il coraggio di chi sa che la libertà è sempre la prima vittima dell’indifferenza.