Domenica 6 Ottobre 2024
AGNESE PINI
Editoriale e Commento

La grande bellezza a rischio, non c’è turismo nelle città senza cittadini

Per l'Italia il turismo è senza dubbio una grande opportunità economica e culturale. Ma il problema del turismo senza limiti e senza regole ha a che fare direttamente con la sopravvivenza del nostro patrimonio naturalistico, delle nostre città e dei loro centri storici

Agnese Pini

Agnese Pini

Mi ha fatto perfino un po’ sorridere l’assai infelice sortita di un ministro, Francesco Lollobrigida, qualche giorno fa: si preoccupava di quella che lui chiama “sostituzione etnica”, parlando degli italiani che non fanno figli e dimenticando tra le altre cose che, statistiche alla mano, in Italia neppure gli immigrati fanno figli.

Mi ha fatto sorridere perché ho pensato che forse sarebbe stato più appropriato, per il nostro Bel Paese, parlare di “sostituzione turistica”. In questo caso sì esistono dati e numeri, e non sono confortanti. Il centro storico di Firenze si è da tempo svuotato dei fiorentini, le finestrelle a picco sul mare nelle casupole variopinte delle Cinque Terre sono ormai affittate a week-end, gli AirBnb hanno frazionato i palazzi storici più belli di Venezia, in Alto Adige gli amministratori locali hanno messo una quota limite ai pernottamenti perché, semplicemente, non c’è più spazio, non c’è più aria, non c’è più paesaggio per tutti.

Sia chiaro: il turismo è una grande opportunità economica e culturale, ma il problema del turismo no limits ha a che fare direttamente con la sopravvivenza del nostro patrimonio naturalistico, delle nostre città e dei loro centri storici, da cui i residenti fuggono un po’ per la qualità della vita poco sostenibile, un po’ perché mettere a reddito il bilocale di famiglia rappresenta un’entrata economica sicura a cui è comprensibilmente difficile rinunciare.

Non mi preoccupa certo l’idea che sul ponte di Rialto non si senta più parlare veneziano, quanto l’incontrovertibile verità per cui noi dobbiamo la nostra bellezza soprattutto ai cittadini che nei secoli l’hanno curata, protetta, salvaguardata con l’amore di chi la abitava. Uomini e donne, per altro, di ogni latitudine ed etnia, perché Roma e Firenze e Venezia e Milano - per citare i casi più emblematici - sono state rese grandi e meravigliose come oggi sono grazie alla contaminazione secolare con culture e popoli lontani: solo nell’accoglienza e nella moltitudine c’è la bellezza. Ma se sostituisci i residenti con i turisti, in cambio non puoi avere che un reddito a breve termine, destinato a esaurirsi in fretta insieme al fascino di città che, senza cittadini, semplicemente non sono più tali.