Giovedì 25 Aprile 2024

Una cooperativa di soci lavoratori La nuova vita di Trafocoop

Una cooperativa  di soci lavoratori  La nuova vita  di Trafocoop

Una cooperativa di soci lavoratori La nuova vita di Trafocoop

"NELLE GRANDI imprese c’è sempre un momento del ‘chi me l’ha fatto fare’, ma i sogni quando si avverano regalano emozioni che ripagano delle sofferenze patite". Federico Malizia (nella foto in basso) a nome dei suoi 30 ex colleghi – ora soci lavoratori (nella foto in alto) – ha firmato il contratto con cui lui e i suoi compagni hanno rilevato dal fallimento la ex Trafomec di Tavernelle di Panicale, che da adesso sarà per tutti la Trafocoop. Un’impresa titanica per questi operai specializzati nella realizzazione dei trasformatori, in questo spicchio di Umbria duramente colpito dalla congiuntura economica tanto da farlo dichiarare dal ministero dello Sviluppo economico come Area di crisi. "Workers buyout", è questo il lieto fine di una storia travagliata quanto intensa "intrisa di coraggio, caparbietà, sacrificio, attaccamento aziendale, territorialità e tanto altro", afferma il presidente di Confcooperative Umbria, Carlo Di Somma. "Con l’aggiudicazione del Tribunale – prosegue – è stato messo il punto su una fase giudiziaria avviata dagli stessi ex dipendenti che, con il nostro supporto legale, lo scorso agosto avevano avanzato istanza di fallimento di Trafomec Shanghai ottenendo un provvedimento di accoglimento in tempi strettissimi. Da lì lo staff di Confcooperative si è messo operosamente al fianco dei soci, per costruire insieme un percorso di sostenibilità economica e finanziaria che ha coinvolto positivamente il Fondo Ministeriale CFI, deputato al sostegno del progetto di ‘workers buyout’ e quello di Fondosviluppo, fondo per la promozione cooperativa di Confcooperative".

Trafomec era nata nel 1980 a Tavernelle da un gruppo di tecnici e ingegneri locali ed era divenuta rapidamente una realtà di primo piano nel settore della produzione dei trasformatori, che occupava oltre 500 dipendenti. Numerosi sono stati i cambi di proprietà nei decenni e i passaggi per le procedure fallimentari che hanno funestato la sua storia. Nel 2008 l’azienda era stata ceduta a Gabrio Caraffini l’imprenditore finito poi agli arresti per bancarotta fraudolenta. Nel 2011 la società è nel pieno del pantano, vengono avviate le procedure per il licenziamento collettivo di 105 dipendenti e, dopo un primo intervento con gli ammortizzatori sociali erogati della Regione e la cassa integrazione, nel 2013 si va alla chiusura dello stabilimento di Fabro (altro sito produttivo allora esistente) per concentrare a Tavernelle tutte le attività. Nel 2016, dopo l’ennesima procedura fallimentare, la società viene acquistata da un imprenditore cinese, Xiang Xiong Cao, che la rileva assieme alla consociata cinese Trafomec Shangai. Nel 2020 si avvertono però i primi scricchiolii anche di questa gestione che comincia a non versare le dovute spettanze ai dipendenti. A tutto si aggiunge il Covid, nel cui periodo più buio letteralmente l’amministratore delegato stacca tutti i contatti con l’Italia e si dilegua nel nulla. Per i lavoratori è l’incubo che si ripete.

Si arriva così al 2022, nel quale la proprietà non si presenta più in fabbrica e si va verso l’ennesima carenza di liquidità e la dichiarazione di fallimento. E’ a questo punto che dalla crisi si intravede una coraggiosa opportunità. Inizia a farsi strada uno spiraglio concreto di rilancio nelle vesti di cooperativa. Il preciso intento è quello di rilevare dalla liquidazione giudiziale e rilanciare nel mercato in forma cooperativa la realtà per la quale lavoravano. Gli operai trovano il sostegno delle istituzioni locali e della Regione, accompagnati passo passo da Confcooperative Umbria. Che l’idea non sia un miraggio lo si capisce in fretta, quando l’assessore regionale Michele Fioroni promuove come "credibile e supportabile con gli strumenti di sistema regionali il progetto" a cui si aggiunge il riscontro positivo da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy, che attraverso il Fondo CFI (Cooperazione Finanza Impresa) ha deliberato il sostegno patrimoniale allo start up della cooperativa, aprendo le porte verso un futuro apporto finanziario finalizzato all’acquisto definitivo dell’azienda. L’obiettivo è stato raggiunto in tempi record e questo ha aperto le vie all’istruttoria presso Fondosviluppo (il Fondo mutualistico di Confcooperative) per doppiare l’intervento di CFI come socio sovventore.

"Il sostegno delle istituzioni che non è mai mancato – spiega il presidente di Trafocoop Federico Malizia – e ha dato coraggio a tutti noi soci e risposta ai nostri sacrifici, oltre che solide basi a un progetto imprenditoriale cooperativo. Grazie anche al supporto di Confcooperative e del ministero abbiamo avuto tutte le carte in regola per partire con la giusta patrimonializzazione e finanza anche per far fronte all’acquisto, che adesso è realtà". Insomma, grazie alla determinazione e al sacrificio dei soci di Trafocoop che, è bene ricordare, dallo scorso aprile non percepivano lo stipendio, s’intravede una luce in fondo al tunnel della crisi della Trafomec. Un’opportunità che inizia con la riapertura dei cancelli, la firma di un contratto di acquisto e una bottiglia di spumante stappata tra i macchinari dove non c’è più un datore di lavoro, ma ognuno è socio "proprietario" della fabbrica. La storia in questo spicchio di Umbria è di buon auspicio per questi 31 coraggiosi: la realtà cooperativa, infatti, si è già affacciata in Valnestore, precisamente dal 1960 con la nascita della Vetreria Cooperativa Piegarese, una realtà nazionale che fattura oltre 120 milioni all’anno, con un utile di oltre 31 milioni.

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