Mercoledì 24 Aprile 2024

Un nuovo ruolo per il credito agricolo specializzato

di Davide Gaeta

C’era una volta il credito agrario. Era un mondo felice, dove l’imprenditore agricolo aveva una banca e un sportello dedicato. Dialogava con un direttore specializzato che lo ascoltava e conosceva i tempi dell’agricoltura, le differenze tra attività colturali, le rese e i margini che il mondo agricolo consente. Era un dialogo speciale perché spesso il rapporto con la banca seguiva le generazioni aziendali. Le decisioni, gli investimenti, venivano prese insieme e spesso era un orgoglio aver finanziato l’impresa.

Il credito ordinario si è sostituito a quello agrario, ritenuto non giustificato ad avere condizioni e personale specializzato. In parte è comprensibile, ma la nostalgia si fa sentire. Non è tanto un problema di tassi o condizioni, ma molto di più un problema di competenze specialistiche. Difficile comprendere i tempi e le logiche economiche sottese a molte scelte della agricoltura.

Eppure il settore sta riprendendo quota anche come strategicità nell’economia del Paese. Il capitale in agricoltura cresce progressivamente di importanza. Assorbe un ruolo crescente tra i fattori della produzione. E’ dunque il tempo di aprire a un ruolo nuovo il credito specializzato e l’accesso al capitale proprio aziendale da parte della finanza che sino ad oggi ha per lo più trascurato l’ipotesi, ritenendola troppo poco rimunerativa. Il settore lo merita e grazie a ciò l’imprenditore agricolo saprà crescere anche nel dialogo con il mondo bancarioe nelle competenze nella gestione aziendale.

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