Mercoledì 24 Aprile 2024

Space economy, l'Italia è al top e il settore decolla

Oltre 250 aziende, 7mila addetti e un fatturato da due miliardi all'anno. Le applicazioni? Dalle telecomunicazioni alle previsioni meteo

È uno dei pochi settori economici su cui, secondo gli analisti, vale la pena scommettere. Persino di questi tempi, in cui perplessità e sfiducia minano alla base qualsiasi velleità di investimento. È la cosiddetta "space economy" (letteralmente, economia dello spazio), quella catena di valore che, partendo dalla ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali, arriva fino alla generazione di prodotti e servizi innovativi, pronti a ricadere nelle nostre esistenze quotidiane (dai servizi di telecomunicazioni a quelli di navigazione e posizionamento, fino alle previsioni meteo). Un settore il cui valore globale sfiora ormai i 400 miliardi di dollari e potrebbe valerne 1.000 entro il 2040: a livello nazionale, la nuova economia dello spazio conta 7mila impiegati, oltre 200 aziende distribuite su tutta la filiera e un fatturato di circa due miliardi di euro l’anno.

Italia

Il nostro paese vanta una lunga tradizione nelle attività spaziali: tra le prime nazioni al mondo a lanciare un satellite in orbita, l’Italia è tra i membri fondatori dell’Agenzia spaziale europea. Nel 2016 il Ministero dello sviluppo economico aveva definito un "Piano strategico space economy", che prevede un investimento di circa 4,7 miliardi di euro - di cui circa il 50% coperto da risorse pubbliche, tra nazionali e regionali, aggiuntive rispetto a quelle destinate alle politiche spaziali. A ciò si sommano i programmi spaziali previsti dal Pnrr, del valore di 1,49 miliardi di euro: gli obiettivi sono, principalmente, stimolare e consolidare l’ecosistema delle startup e incentivare la ricerca scientifica, come quella dedicata allo sviluppo delle tecnologie satellitari. La space economy non riguarda però soltanto lo spazio in senso stretto, ma anche altri campi, tra cui il digitale, l’agricoltura, l’industria, la medicina.

Le applicazioni 

Tra le aree di intervento individuate dal governo nel Piano nazionale di ripresa e resilienza rientrano in primis le infrastrutture satellitari di osservazione della Terra che, fornendo informazioni in tempo reale su terreno, acque e atmosfera, possono abilitare al controllo costante dei siti e monitorare in modo preciso e affidabile fenomeni come la desertificazione o l’innalzamento degli oceani. Possono inoltre aiutare a prevenire eventi di dissesto idrogeologico e monitorare la qualità dell’aria e dell’ecosistema: il ruolo dello spazio, insomma, è fondamentale per conoscere e comprendere le possibili conseguenze del cambiamento climatico. Altre applicazioni si trovano facilmente nel campo della salute, non solo perché la reti di telecomunicazioni e geolocalizzazione sono ormai fondamentali per la telemedicina, ma anche perché i dati raccolti durante le missioni spaziali sono una risorsa inestimabile per la ricerca biomedica. L’interrogativo più importante cui la medicina dello spazio è chiamata oggi a rispondere, infatti, è: cosa succede al corpo umano nello spazio? Quali sono gli effetti sull’invecchiamento, sul tono muscolare e, più in generale, sulla fisiologia di un essere umano catapultato in orbita per un periodo di tempo relativamente lungo? In che modo queste scoperte si tradurranno in un miglioramento della qualità della vita delle persone, anche di quelle che nello spazio non arriveranno mai?

Miliardari

Le sfide all’orizzonte in ambito spaziale sono pressoché infinite, poiché coinvolgono tutte le attività umane e avranno effetti notevoli sul piano industriale, tecnologico e occupazionale. Non è un caso se la storica rivalità tra i due supermiliardari Elon Musk, fondatore di Tesla, e Jeff Bezos, creatore di Amazon, si sta trasferendo dalla Terra allo spazio. Già nel 2000 Bezos ha dato vita alla società Blue Origin, con l’ambizioso obiettivo di inaugurare una nuova stagione del turismo spaziale. Il primo lancio a luglio dello scorso anno ha visto, a bordo della navetta New shepard, lo stesso Bezos, suo fratello, l’aviatrice 82enne Kelly Funk e il 18enne olandese Oliver Daemen. La collaborazione con la Nasa, tuttavia, non è riuscita bene, dopo il contratto da 2,9 miliardi assegnato al rivale Musk. Così come l’ultimo lancio di New Shepard, terminato dopo un minuto, quando il sistema di emergenza ha staccato la capsula dal razzo e l’ha riportata a terra.  

 

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