Lunedì 29 Aprile 2024

"Fonti rinnovabili per poter tagliare l’import di gas"

"Fonti rinnovabili  per poter tagliare  l’import di gas"

"Fonti rinnovabili per poter tagliare l’import di gas"

PUNTANDO SU FONTI RINNOVABILI, efficienza energetica e riduzione dei consumi, in Italia si potrebbero tagliare a metà le importazioni attuali di gas dalla Russia. È la ricetta del think tank italiano Ecco, fondato da Luca Bergamaschi e Matteo Leonardi, due consulenti energetici provenienti da esperienze di lavoro alla presidenza del Consiglio e all’Authority per l’energia, ma attivi anche a livello internazionale, a partire dalla European Climate Foundation. Nel suo studio, Ecco spiega che è possibile tagliare il consumo di gas di circa 15 miliardi di metri cubi all’anno (equivalenti alla metà delle importazioni dall Russia e a un risparmio di 14,5 miliardi di euro ai costi attuali), facendo leva sul pieno sfruttamento delle infrastrutture esistenti e su nuovi investimenti nelle tecnologie pulite.

La capacità complessiva di stoccaggio in Italia, evidenzia il think tank nel suo studio, arriva a quasi 18 miliardi di metri cubi, pari a oltre metà delle importazioni russe medie degli ultimi 5 anni, mentre i gasdotti "non russi" di Passo Gries, Mazara del Vallo e Gela sono largamente sottoutilizzati (16%, 24% e 45% rispettivamente nell’anno termico 2019-2020, secondo i dati dell’Authority per l’energia), con una capacità aggregata annuale di trasporto di oltre 100 miliardi di metri cubi, cui vanno aggiunti i 10 miliardi di metri cubi in arrivo dal gasdotto Tap, da poco operativo in Puglia. Inoltre, il grado di utilizzo dei rigassificatori in Italia (Rovigo, Livorno e Panigaglia) ha ancora un margine di aumento di circa il 20% rispetto al 2020 e una capacità aggregata annuale disponibile di circa 20 miliardi di metri cubi.

"Prima di invocare la corsa a nuove infrastrutture e nuovo gas, occorre dare massima priorità a tutte le alternative al gas e allo sfruttamento delle infrastrutture esistenti", affermano Bergamaschi e Leonardi, precisando poi che un incremento di gas nazionale "non rappresenta una soluzione" perché l’incremento di 2 miliardi di metri cubi all’anno previsto dal governo corrisponde appena "al 6% delle importazioni di gas russo, ha costi di estrazione molto più elevati e richiede un ingente intervento fiscale a carico di tutti per calmierare i prezzi". È necessaria, invece, "una chiamata a un consumo responsabile di energia, affiancata da una accelerazione delle rinnovabili". Le fonti verdi, in cui l’Italia è stata una pioniera, sono ormai ferme da otto anni: la quota di energia pulita sul mix elettrico nazionale era dal 39% nel 2014 ed è stata del 37% nel 2021. La strategia suggerita da Ecco per risolvere la crisi energetica si riassume in otto misure molto concrete. Sviluppo delle fonti rinnovabili nel settore elettrico: con un potenziale di 60 gigawatt in tre anni, secondo le stime di Elettricità Futura, questo balzo in avanti delle rinnovabili, determinerebbe una riduzione dei consumi gas di circa 5 miliardi di metri cubi all’anno, più del doppio della nuova produzione nazionale di gas prevista dal governo. Sviluppo degli impianti fotovoltaici sugli edifici: innalzando da 2,2 gigawatt a 5 gigawatt il traguardo fissato dal Pnrr per i Comuni, si conseguirebbe un risparmio di 1,2 miliardi di metri cubi di gas.

Promozione delle installazioni delle rinnovabili nel settore industriale: attraverso la rimozione delle barriere autorizzative e l’attivazione di politiche fiscali quali sconti Imu sui capannoni destinati al fotovoltaico, si potrebbero realizzare altri 5 gigawatt di solare, con un risparmio ulteriore di 1,2 miliardi di metri cubi. Aumento delle misure di efficienza energetica nelle industrie: attraverso le risorse disponibili nella prima missione del Pnrr si potrebbe conseguire un risparmio del 10% nel settore industriale, che varrebbe 1 miliardo di metri cubi. Risparmio sul riscaldamento: negli usi civili la riduzione di 2°C delle temperature, unita alla riduzione degli sprechi e a soluzioni di smart working, viene quantificata in un potenziale di risparmio del 15% rispetto ai consumi attuali, per circa 4 miliardi di metri cubi. Campagna di sensibilizzazione del risparmio nel settore elettrico (modifiche di abitudini, sostituzione di apparecchi obsoleti): qui il potenziale di riduzione dei consumi finali sarebbe del 10%, equivalente a un impatto sui consumi gas di 3 miliardi di metri cubi. Sostituzione delle caldaie a gas con pompe di calore: se fatta nel 10% delle abitazioni permetterebbe un risparmio di circa 1 miliardo di metri cubi, quindi è necessario rivedere il Superbonus del 110%, escludendo la possibilità di utilizzare la maxi agevolazione per nuove caldaie a gas. Riduzione del consumo gas nei trasporti, con la possibilità di ottenere un risparmio di 0,5 miliardi di metri cubi.

Elena Comelli

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