Giovedì 10 Ottobre 2024
MADDALENA DE FRANCHIS
Economia

Cosa farà Sam Altman in Microsoft

Guiderà un laboratorio di ricerca sull’Intelligenza artificiale. Il riepilogo della vicenda e misteri sul licenziamento da OpenAI

Sam Altman (foto Ansa)

Sam Altman (foto Ansa)

Roma, 21 novembre 2023 – Sam Altman, ex ad e fondatore di OpenAI, silurato venerdì sera dal Cda della stessa startup da lui creata, guiderà un laboratorio di ricerca sull’Intelligenza artificiale di Microsoft. È la nuova puntata della vicenda che, meglio di una spy story di ispirazione fantascientifica, sta tenendo col fiato sospeso non solo gli investitori, ma tutto il mondo tecnologico, specialmente il settore dell’intelligenza artificiale: un settore in cui sono in gioco, neanche a dirlo, interessi economici enormi.

L’annuncio della nuova avventura del padre di ChatGPT (e dell’altro cofondatore ed ex presidente di OpenAI, Greg Brockman, dimessosi dopo la defenestrazione di Altman) è arrivato con un post su X di Satya Nadella, amministratore delegato di Microsoft.

Quasi contemporaneamente, la testata Bloomberg News ha reso noto che il nuovo Ceo di OpenAI sarà Emmet Shear, ex dirigente della piattaforma di streaming Twitch. Shear sostituisce Mira Murati, ingegnera di origini albanesi, con esperienze in Goldman Sachs e Tesla, che era stata nominata amministratrice delegata ad interim subito dopo la cacciata di Altman.

Il post di Satya Nadella

"Rimaniamo impegnati nella nostra partnership con OpenAI e abbiamo fiducia nella roadmap dei nostri prodotti, nonché nella nostra capacità di continuare a innovare con tutto ciò che abbiamo annunciato durante la conferenza ‘Microsoft Ignite’. Intendiamo continuare a supportare i nostri clienti e partner. Non vediamo l’ora di conoscere Emmett Shear e il nuovo gruppo dirigente di OpenAI e lavorare con loro. E siamo estremamente entusiasti di condividere la notizia che Sam Altman e Greg Brockman, insieme ad altri colleghi, si uniranno a Microsoft per guidare un nuovo team di ricerca sull’intelligenza artificiale avanzata. Non vediamo l’ora di agire rapidamente per fornire loro le risorse necessarie per il loro successo”, ha scritto il ceo di Microsoft. Tweet al quale ha replicato, poco dopo, lo stesso Altman, ripostandolo e aggiungendo: "La missione continua” e lasciando intendere che il suo lavoro sull’AI non è sicuramente terminato.

Cos’è accaduto finora

Venerdì sera, Altman era stato silurato senza alcun preavviso da OpenAI, con una nota stringata in cui si sottolineava una ‘mancanza di trasparenza’ da parte del Ceo, che non avrebbe permesso al consiglio d’amministrazione di ‘supervisionare l’operato dell’azienda’. La decisione del Cda è stata talmente improvvisa che persino Microsoft, società che è stata finora la più grande investitrice in OpenAI (oltre 13 i miliardi investiti), ne era all’oscuro fino a pochi minuti prima della pubblicazione sul blog ufficiale dell’azienda. La notizia ha immediatamente destabilizzato sia i mercati finanziari (le azioni di Microsoft sono calate di circa il 2%), sia gli investitori, che hanno cominciato a fare pressioni per il reintegro di Altman. Un pressing a cui l’azienda sembra aver risposto con la nomina del nuovo ad Shear, confermando, pertanto, che la rottura sarebbe insanabile. Intanto, secondo il sito The Information - che cita fonti interne - ci sarebbero decine di membri dello staff di OpenAI che sarebbero pronti a seguire Altman nella sua nuova avventura in Microsoft. Le fuoriuscite - spiega la testata - potrebbero addirittura mettere a rischio la capacità di OpenAI di andare avanti dopo il licenziamento-choc di Altman. L’unica certezza, al momento, è che questo scossone imprimerà un deciso cambiamento agli sviluppi dell’intelligenza artificiale e, in particolare, dei modelli linguistici come ChatGPT, che in un solo anno sono stati in grado di rivoluzionare il settore delle nuove tecnologie.

È ancora mistero sulle cause del licenziamento

Il consiglio di amministrazione di OpenAI ha fatto fuori Altman perché stava già ‘flirtando’ con Microsoft? È l’interrogativo più ricorrente, attualmente, in Silicon Valley (e non solo). Anche perché Altman porta in Microsoft tutte le sue competenze e i suoi programmi, fino a tre giorni fa condivisi con OpenAI. Anche questa scelta potrebbe mettere a dura prova la tenuta dell’ex no-profit di San Francisco, che recentemente è stata valutata oltre 80 miliardi di dollari. Secondo altre indiscrezioni, la causa della frattura sarebbe da ricercare nel mercato dei chip, componenti cruciali per l’esistenza stessa dell’intelligenza artificiale e dei dispositivi cui è applicata. Sembra infatti che il fondatore di OpenAI si fosse avvicinato molto ai produttori di chip Tensor Processing Unit (Tpu), eterni rivali del colosso Nvidia nella realizzazione di microprocessori per l’Intelligenza artificiale. Questo avvicinamento non sarebbe stato condiviso dal cda di OpenAI. Sempre in questi giorni, Microsoft ha annunciato di aver costruito il proprio chip AI personalizzato, che può essere utilizzato per addestrare modelli linguistici di grandi dimensioni, evitando, potenzialmente, la costosa dipendenza da Nvidia. Solo una casualità o un’altra conferma che Altman e Microsoft fossero, ormai da tempo, orientati nella medesima direzione? Lo scopriremo, forse, nelle prossime puntate.