Lunedì 29 Aprile 2024

Rischio aumento Tari per migliaia di famiglie: cosa sta succedendo

L’allarme dell’Anci: in molti Comuni impossibile redarre il Pef 2024, la cui scadenza è il 30 aprile 2024. Chiesto un intervento urgente per scongiurare contenziosi

Roma, 18 aprile 2024 – Rischio aumento della Tari per i cittadini. A lanciare l'allarme Anci, l'Associazione dei comuni italiani, che chiede un intervento urgente del governo per “impedire un rialzo delle tariffe del servizio di gestione dei rifiuti urbani, dovuto a un intreccio di difficoltà legate all'applicazione delle regole Arera e, principalmente, alla vicenda dei cosiddetti 'impianti minimi' innescata da alcune sentenze del Consiglio di Stato contro le determinazioni dell'Autorità".

Rischio aumento tari per milioni di famiglie
Rischio aumento tari per milioni di famiglie

La sentenza

In particolare, ricorda Anci, “si tratta dell'annullamento da parte del Consiglio di Stato delle prescrizioni contenute nella deliberazione Arera 363/21 con cui l'Autorità ha definito i criteri per l'individuazione degli 'impianti minimi', sulla base dei quali alcune Regioni hanno adottato le delibere in cui si individuano gli impianti  indispensabili per la chiusura del ciclo dei rifiuti in ambito (i cosiddetti 'impianti minimi' appunto) e, in conseguenza, hanno richiesto ai gestori degli impianti la redazione dei piani economici per la definizione delle conseguenti tariffe regolate”.

Arera

A seguito di queste sentenze, Arera ha annullato le proprie determinazioni, prevedendo al contempo la salvaguardia, ma solo a partire dal 2024, del sistema tariffario finora adottato, lasciando prive di regolazione le annualità precedenti, 2022-2023, sulla base delle quali sono già state determinate in diverse regioni all'interno dei piani economici e finanziari (Pef) le entrate tariffarie relative agli impianti minimi.

Perché può aumentare la Tari

Questo determina un vuoto a causa del quale, in assenza di un intervento urgente del Governo o del Parlamento, gli utenti delle stesse regioni si ritroverebbero costretti a dover restituire ai gestori degli impianti già definiti come 'minimi' sulla base della precedente regolazione Arera, la differenza di tariffa per le annualità 2022 e 2023 con un aggravio della Tari. E ciò pur in presenza di una norma – il piano nazionale di gestione dei rifiuti, Pngr – che da giugno 2022 definisce la possibilità di applicare delle tariffe calmierate.

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L’allarme dell’Anci

“Questa grave incertezza, oltre a determinare una sperequazione tra utenti del servizio nelle diverse aree del Paese, con i rischi di aumenti di tariffe, comporta – conclude la nota dell'Anci – anche importanti difficoltà materiali nella redazione dei Pef 2024, la cui prossima scadenza del 30 aprile è imminente e, in moltissime realtà, insostenibile».

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