Mercoledì 2 Ottobre 2024

Qualità e Dna Alfa. Si fabbrica in Polonia ma il cuore è italiano

Tassi Da Milano a Junior per chiudere la bocca alle polemiche. Il debutto della baby Alfa Romeo è coinciso con un...

Tassi

Da Milano a Junior per chiudere la bocca alle polemiche. Il debutto della baby Alfa Romeo è coinciso con un momento di tensione fra il gruppo Stellantis e il governo italiano. Con Tavares, da una parte, impegnato a richiedere a gran voce gli incentivi per lanciare l’auto elettrica e il ministro Urso, dall’altra, a reclamare rassicurazioni e impegni precisi per la costruzione di auto Stellantis in Italia. Quel nome, Milano, griffato su un’auto costruita a Tichy in Polonia, ha fatto saltare il tappo. Agli strali del governo, Stellantis ha risposto con un tempestivo dietrofront: la piccola Alfa Romeo (che doveva chiamarsi Brennero sulla scia della sorelle Stelvio e Tonale) ha abbandonato il nome Milano per consegnarsi a un evocativo Junior, che richiama il passato glorioso del Biscione senza concedersi rischiosi riferimenti geografici.

Sulla scia delle polemiche, in tanti hanno condannato in fretta il nuovo modello: non possiede il Dna Alfa Romeo, è una copia della Peugeot (con cui divide la piattaforma), è assemblata all’estero e non può essere spacciata come un modello del Made in Italy.

Obiezioni che hanno un senso e una logica finché non ci si addentra nelle qualità e nelle carattristiche della Junior. Perché qui italianità e radici del marchio Alfa sono visibili. Si inizia con il design e il prezioso lavoro del Centro Stile, che reintepreta il logo del Biscione, inventa forme filanti, recupera la coda tronca della Giulia TZ e all’interno rilancia il cruscotto a forma di cannocchiale. Ma è nel feeling di guida che Junior si mostrerà un’Alfa vera, perché a metterla a punto, sul circuito di Balocco, è stato lo stesso team che ha lavorato alla Giulia GTA. Una vera Alfa insomma, anche se nascerà in Polonia.