Le circostanze? Certo che contano. Conta la geografia, ovvero la prossimità con certe destinazioni-mito. E conta l’immaginario che certe località sanno alimentare e sfamare. Nessuna sorpresa che la deliziosa Gaeta si riveli come meta gettonata e amata da chi cerca un approdo sicuro dove ascoltare l’appel au large e raggiungere le meraviglie della costa laziale come le vicinissime Ventotene, Ponza, Palmarona e i gioielli di quella partenopea come Ischia. Lo aveva intuito anche Egeo Vittorio Simeone, una sessantina di anni fa, deciso a trasformare la sua passione per il mare in qualcosa che lo celebrasse. Aveva dato forma e visione ad un Centro Motovelico ai piedi del promontorio roccioso di Monte Orlando che potesse diventare un crocevia del diporto nel cuore del Mediterraneo. Lungimirante e saggio.
E oggi che a guidare la Base Nautica Flavio Goia ci sono i figli, Luca e Annaletizia e la nipote Silvia, i numeri, le prestazioni e i progetti dicono che quella di Egeo Vittorio non era un’utopia. Tutt’altro. Lo confermano il Marina che accoglie non meno di 300 imbarcazioni a vela e a motore e alcune decine di super-yacht; la buona reputazione di Gaeta tra i velisti che percorrono le rotte più memorabili del Tirreno; e il cantiere navale attrezzato per ospitare natanti in cerca di manutenzione e refitting. Parlano i dettagli: ormeggi su banchine fisse e pontili galleggianti; un molo dedicato ai super-yacht con un impianto di videosorveglianza di ultima generazione; e attività commerciali e di servizio in linea con la convinzione che l’accoglienza sia una variabile strategica per il successo dei nuovi porti turistici, sempre meno centrati sulla sola funzione di ’riparo’ per diventare anche postazioni glamour per chi ama il mare.
Certo, servono investimenti. Ma sono quelli che la famiglia Simeone ha già confermato approvando un Piano cartesiano di ampliamento destinato a dare un abito ancora più contemporaneo a questo vivace hub del diporto. Mission dichiarata: dotare la Base Flavio Gioia di nuovi moli di protezione, di 70-80 posti barca aggiuntivi; e di un complesso di 8mila mq. per servizi e attività di hospitality in parte già oggi presenti (Yacht Club, Palestra Gym, Yacht Wear Shop, ristorante ’La Tavola dei Cavalieri’ firmato dallo chef Francesco Zamuner) e presto arricchiti con una Spa e una Guest Accomodation. Perché è pur vero, i grandi numeri nella nautica da diporto non si fanno a Gaeta, semmai altrove (Liguria, Toscana).
Ma per smarcarsi serve un’abbondante dose di versatilità. E l’ambizione del Marina e del Cantiere della famiglia Simeone è chiara: essere percepiti come parti integranti della città e del territorio. Ruolo cercato e voluto a lungo dal management della Base Nautica. E oggi la ’Flavio Gioia’ è in effetti la porta di accesso per avvicinarsi alla nautica ma anche per esplorare la bellezza diffusa del Golfo di Gaeta, rintracciabile tra il fotogenico centro storico della città, le belle spiagge della Riviera di Ulisse e il Basso Lazio che gli italiani hanno imparato a conoscere attraverso l’epico film di Vittorio De Sica, ’La Ciociara’, con Sophia Loren, girato nella vicina Itri. Alchimia riuscita. La Base Nautica di Gaeta come destinazione full day. E come bussola, per raggiungere l’altrove desiderato, quale esso sia. Quello che si rivela davanti alla darsena, in mare aperto. O che se ne sta nascosto, alle spalle della città. Sulla terraferma.