Venerdì 17 Maggio 2024

Manovra, crescono le tasse. Per chi arriva la stangata

Ecotassa anche sulle berline, tasse locali a rischio rialzo, stop allo sconto Irap e agli sconti Ires

Giovanni Tria (ImagoE)

Giovanni Tria (ImagoE)

Roma, 21 dicembre 2018 - Crescono le tasse per gli italiani. Con il maxi-emendamento alla manovra economica 2019 arriva la stangata. Non solo dunque le sforbiciate di 1,9 miliardi al Reddito di cittadinanza e di 2,8 miliardi a Quota 100. Si va dall'ecotassa, che non riguarderà solo i Suv (ma anche le berline), alle tasse locali che rischiano un rialzo a partire dal 2019. Poi lo stop allo sconto Irap, con il quale le imprese erano incentivate ad assumere giovani al Sud, e quello agli sconti Ires, ovvero le tasse che gravano sul reddito delle società. A seguire, le novità che colpiscono imprese e cittadini. 

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1. Stangata non solo sui Suv. Tocca anche le berline

La nuova tassa sulle auto più inquinanti non sarà applicata solo sui Suv: colpisce i veicoli in base a quanta C02 liberano nell’ambiente per ogni chilometro percorso. Un’Audi A3 emette circa 170 grammi di C02 per Km. La versione 4p costa 55.700 euro. Con l’ecotassa il prezzo sale a 56.800 euro. Un Doblò della Fiat da 19.340 euro potrebbe salire fino a 20.440 euro. Lo stesso vale per altri modelli Opel, Alfa Romeo e Fiat. L’ecotassa colpisce anche i veicoli commerciali, come il Ducato: da 23.800 euro il prezzo potrebbe lievitare fino a 25.800 euro nella versione base. La nuova ecotassa incentiverà (fino a 6mila euro) l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi. L’imposta scatterà il primo marzo 2019 e restarà in vigore fino al 31 dicembre 2021.

2. Tasse locali a rischio rialzo. Irpef fino a 216 euro in più

Dopo anni di blocco, gli enti locali dal 2019 potranno ritoccare al rialzo le aliquote addizionali. E si tratta di vere e proprie stangate dal momento che le aliquote nazionali vengono applicate dopo le detrazioni per reddito da lavoro dipendente che entrano in ciascuna busta paga. Mentre le addizionali si applicano sull’imponibile medio. Le aliquote sono ferme dal 2016 e l’addizionale Irpef è attualmente a quota zero in ben 4.151 comuni, la metà del totale. Se applicassero le aliquote in vigore a Roma e a Napoli, una famiglia media pagherebbe rispettivamente 216 e 192 euro di Irpef in più rispetto ad oggi. Sono circa 6.516 i sindaci che potrebbero rivedere al rialzo l’Imu sulle seconde case, portandole fino all’aliquota massima del 10,6 per mille.

3. Assunti al Sud, addio sconti. Si perdono fino a 21mila euro

Brutte notizie per le imprese che assumono giovani al Sud: stop allo sconto Irap previsto per gli imprenditori che firmavano contratti a tempo indeterminato. Se il neo assunto era under 35 o donna, la deduzione forfettaria sull’Irap versata dall’impresa poteva arrivare a 13.500 euro. Se over 35, invece, la quota scendeva fino a 7.500 euro. Nelle regioni del Sud, poi, l’agevolazione era ancora più vantaggiosa. Infatti, lo sconto ordinario per i neoassunti aumentava fino a 21mila euro per le imprese che firmavano contratti a tempo indeterminato per disoccupati con meno di 35 anni o per le donne. E si attestava sui 15mila euro per tutte le altre tipologie.

4. Ires su 50mila euro di reddito. L'impatto è molto salato

Le imprese perdono anche gli sconti Ires, ovvero le tasse che gravano sul reddito delle società. Per chi acquistava beni strumentali l’aliquota scendeva dal 24 al 15%. Il che, per un’impresa con un reddito di 50mila euro, significava un risparmio di quasi 6mila euro: da 12.960 a 7.500 euro. Pagano un prezzo ancora più alto le imprese commerciali collegate alle parrocchie o agli enti ecclesiastici. Per queste aziende, l’Ires era praticamente dimezzata, dal 24 al 12%. Ora pagheranno l’imposta piena. Sempre considerando un reddito di 50mila euro annui, l’Ires passerà da 6mila a 12.960 euro, con un impatto sui conti del 2019 di quasi 8mila euro. Ovviamente, si tratta di cifre lorde sulle quali, poi, le imprese dovranno attivare le rispettive detrazioni.

Schede a cura di Antonio Troise

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