Quel cartone ondulato che ha fatto diventare grande Grifal

Quel cartone  ondulato  che ha fatto  diventare  grande Grifal

Quel cartone ondulato che ha fatto diventare grande Grifal

UN LEADER NELLA PRODUZIONE di packaging sostenibile, a partire dalle scatole e scatoloni con le quali si imballano e viaggiano le merci dell’e-commerce. L’idea vincente di ridurre le plastiche espanse (polietilene e polistirolo) con un prodotto ondulato con lastre "vuote" ma allo stesso tempo altrettanto flessibili e resistenti e, ancora più rivoluzionaria, la scelta di produrre un cartone ondulato che, rinunciando all’uso delle plastiche, assicurasse le stesse performance senza inquinare, è nata nei laboratori di ricerca del gruppo Grifal di Cologno al Serio e in quel grande centro d’innovazione che è il Kilometro Rosso di Bergamo.

Gruppo Grifal è una realtà dinamica e in forte crescita dal piccolo scatolificio familiare nato nel 1969 nella provincia bergamasca. Una realtà che oggi, spiega Fabio Gritti, 66 anni, presidente e ad del gruppo, è proiettata a creare un vero e proprio network europeo per la produzione degli innovativi prodotti ondulati, e soprattutto il cArtù. Un sistema di ondulazione su base carta, creato e brevettato nel 2016, che, rispetto ai tradizionali prodotti in cartone, offre performance superiori e al contempo un utilizzo inferiore di carta e colla. In pratica il classico cartone ondulato è stato "reinventato" un secolo dopo la sua introduzione. E proprio grazie al cArtù, ultraresistente ed ecosostenibile, Grifal Group, denominazione assunta nel 2021, tre anni dopo la quotazione al mercato Euronext Growth (ex AIM) di Borsa Italiana per attingere a nuove risorse finanziarie e portare avanti il processo di crescita anche al di fuori dell’Italia, ha visto una fortissima crescita dei ricavi.

Dopo aver registrato un incremento del fatturato del 55% nel 2021 sul 2020, il 2022 si è chiuso con un più 42% a quasi 37 milioni di euro. Le vendite degli imballaggi in cArtù oggi rappresentano circa un terzo dei ricavi totali e fanno da motore a una crescita per cui il mercato stima che Grifal possa in un quadriennio arrivare al traguardo dei 100 milioni di euro di fatturato. "Il 2022 si è confermato un anno straordinario per il nostro gruppo – sottolinea Gritti - I numeri confermano ciò che tutti i nostri collaboratori e partner auspicavano. Il mercato riconosce e premia le qualità dei nostri prodotti: attenzione all’ambiente, sostenibilità, tecniche innovative e flessibilità, valori che in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo in Europa ci consentono non solo di mantenere la nostra competitività ma addirittura di guadagnare quote di mercato".

A che cosa è dovuta questa avanzata sui mercati?

"L’importante tasso di crescita, sia nei volumi che nella profittabilità, conferma la bontà delle nostre scelte strategiche, tra le quali vorrei ricordare il bassissimo impatto energetico nella trasformazione del nostro prodotto di punta, cArtù. Questo ci ha consentito di superare senza particolari criticità l’importante incremento dei costi energetici, regalandoci ulteriore vantaggio competitivo nei confronti degli altri player di mercato. Abbiamo inoltre stretto accordi utili allo sviluppo di un network europeo di siti produttivi dedicati in particolare alla produzione di cArtù, progetto avviatosi nel corso del 2022 con l’incremento e la successiva ottimizzazione della produzione presso l’unità localizzata in Romania e concretizzatosi poi a inizio di quest’anno con la costituzione della società Seven cArtù Lda, partecipata in quota paritetica con i nostri soci portoghesi del gruppo José Neves".

Dal piccolo scatolificio degli anni Settanta, fatto crescere dalla signora Anna Maria, oggi novantenne che, rimasta vedova con quattro figli piccoli si inventò la produzione del cartone ondulato tradizionale (che prosegue con l’acquisizione dello scatolificio Cornelli), Grifal è diventata grande, con quasi 200 dipendenti raddoppiati in quattro anni, ma è rimasta un’impresa a conduzione familiare. Che vede ai vertici i fratelli Fabio e Roberto, mentre Alfio e Bruno sono impegnati nell’azienda agricola che produce, sempre nella Bergamasca, formaggi stagionati con il latte di bufala. E nel cda di Grifal è già entrata la terza generazione, Giulia, 36enne, figlia di Fabio Gritti, responsabile marketing.

Questo significa che è vincente anche la dimensione di impresa familiare?

"Sì, ma Grifal Group ha fatto significativi passi avanti per aprire il proprio capitale, saltando il passaggio dell’ingresso di fondi di private equity e rivolgendosi direttamente al mercato con la quotazione nel 2018. Nello stesso tempo abbiamo costruito un management di eccellenza grazie all’attrattività rappresentata dal nostro progetto innovativo e sfidante per creare un network europeo nella produzione del cArtù. Produzione per cui abbiamo ampliato kl’anno scorso di 7mila metri quadrati l’impianto di Cologno al Serio mentre quest’anno realizzeremo altri 4500 metri quadri per l’area di attività di Tieng, la società produttrice di impianti e macchinari per l’incollaggio di resine e adesivi e per l’automazione del packaging".

All’innovativo cArtù seguiranno altri traguardi sul fronte degli imballaggi green?

"Grazie ai costanti investimenti in Ricerca e sviluppo, arricchiamo la nostra offerta con tecnologie e prodotti innovativi per cui entro fine anno arriverà una nuova soluzione sempre nell’ambito della sostenibilità del packaging. Del resto nei 50 anni di presenza sul mercato, l’azienda ha ottenuto ben 21 brevetti diventando una realtà unica nel panorama di riferimento. Come gruppo ci siamo posti l’obiettivo etico e aziendale di sostituire le plastiche nel mercato dell’imballaggio di protezione impegnandoci in un percorso di miglioramento continuo della sostenibilità. E a dimostrazione della direzione intrapresa, l’azienda ogni anno riduce la quantità di scarti di produzione che, in un’ottica di economia circolare, vengono riciclati al 100%".

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