"DA PROBLEMA a opportunità di cambiamento innovativo e duraturo". È il claim sulla crisi idrica usato da Errico Stravato (nella foto a destra), da un anno amministratore delegato di Sogesid, società in house del Ministero dell’Ambiente (il ministro Gilberto Pichetto Fratin, nella foto a sinistra, sotto) e delle pubbliche amministrazioni centrali. Crisi legata ai cambiamenti climatici "che hanno amplificato le carenze strutturali, e gestionali, che regolano – afferma Stravato – l’utilizzo della risorsa idrica nel nostro Paese. Una situazione che impone un necessario cambio di approccio della governance del sistema e di ritmo nell’attuazione degli interventi infrastrutturali dovuti e strategici".
Con questo spirito Sogesid affianca le istituzioni coinvolte "affinché l’emergenza idrica venga affrontata con un approccio integrato a 360 gradi e, soprattutto, con una visione di continuità nella piena consapevolezza che la regia pubblica risulta vincente – sottolinea l’amministratore delegato di Sogesid – unicamente se fa squadra con tutti i protagonisti coinvolti nella gestione del processo, che dispongono di conoscenze e competenze. L’azione di governo – afferma Errico Stravato – è tangibile con oltre cinque miliardi di euro stanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per migliorare l’efficienza del settore. La nomina, in continuità, di un Commissario ad acta per fronteggiare le procedure di infrazione comunitarie connesse all’elevato livello di dispersioni idriche dagli acquedotti e l’inadeguatezza di numerosi sistemi depurativi. La nomina di un Commissario straordinario per affrontare la scarsità idrica (Nicola Dell’Acqua, nella foto a sinistra, sopra). La creazione di una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e l’adozione del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico. Tutte iniziative – dice l’ad di Sogesid – indispensabili in quanto volte a colmare il gap infrastrutturale che relega l’Italia tra i paesi europei con i più bassi indici di servizio".
Si studiano e si sperimentano, azioni emergenziali per fronteggiare il crescente problema dell’approvvigionamento idrico. Al centro di queste azioni vi è l’ottimizzazione della risorsa depurata superando il 4% del valore attuale degli effluenti dei depuratori destinati al riutilizzo. Tale valore percentuale è determinato, principalmente, "dai limiti normativi, tecnologici, culturali – osserva Stravato – nonché da una governance non ben definita. Superare questi limiti permetterà di raggiungere percentuali significative di riutilizzo delle acque reflue depurate, rafforzando la resilienza del sistema idrico, soprattutto nelle aree più vulnerabili alla scarsità idrica".
Per raggiungere tale obiettivo è cruciale operare collegialmente, coinvolgendo le eccellenze del sistema Paese (pubbliche e private), per fornire al governo una proposta organica che affronti il riuso dell’acqua come risposta competitiva ai cambiamenti climatici. La lista delle cose da fare, talune anche di facile attuazione, è lunga. "Armonizzare e semplificare – dice l’amministratore delegato di Sogesid – le normative esistenti, definendo chiaramente ruoli e responsabilità dei attori coinvolti. Ciò garantirebbe una maggiore coerenza nelle politiche di gestione delle risorse idriche". È essenziale stabilire un quadro istituzionale chiaro per la gestione del riutilizzo dell’acqua. Un flash sui dati più significativi che aiutano a comprendere ancor meglio l’importanza del problema: in Italia 1.519 comuni, principalmente del sud del Paese, gestiscono in economia almeno uno dei servizi tra acquedotto, fognatura e depurazione, coinvolgendo circa otto milioni di persone. Di questi cinque milioni sono stati destinati integralmente a gestioni in economia. Negli ultimi due anni l’Italia è stata colpita da crisi di siccità e alluvioni eccezionali. Nel 2022 circa il 20% del territorio nazionale è stato colpito da siccità estrema e il 40% da siccità severa o moderata. Tra le cose da fare per fronteggiare la crisi idrica c’è l’impiego dell’intelligenza artificiale.
"L’intelligenza artificiale, le cui tecnologie sono idroesigenti, dovrà compensare – dice Errico Stravato – tale impatto supportando il processo di riduzione degli errori umani e ottimizzare l’utilizzo delle risorse, migliorando l’efficacia complessiva delle operazioni. I sistemi di intelligenza artificiale, grazie all’analisi dei dati di fornitura dei modelli di utilizzo e delle condizioni ambientali, consentono una gestione efficiente dell’acqua, limitando le perdite. Una normativa Interministeriale chiara è la strada per una corretta gestione – conclude l’amministratore delegato di Sogesid – delle risorse idriche che, recependo i dettami comunitari, dovrà definire l’ambito di applicazione del riutilizzo delle acque reflue depurate distinguendole da quelle ai fini irrigui in agricoltura, industriali e urbani".