PER QUALCUNO sembrano braccia, per altri protuberanze. In realtà sono le ali che consentono alle barche da regata, come quelle che partecipano all’American’s Cup di planare appunto sull’acqua. Riducendo l’attrito e recuperando velocità. Sono i foil. E proprio a loro che rappresentano la nuova frontiera della nautica tra aerodinamica, robotica e intelligenza artificiale sarà dedicata la relazione dell’ingegner Giovanni Lombardi, docente di Aerodinamica degli Aeromobili e dei Veicoli all’Università di Pisa.
Professor Lombardi, cosa sono e come funzionano i foil?
"Sono delle ali che danno forza, come un’ala dell’aereo. Sollevano la barca e le permettono di
uscire dall’acqua. Quindi la barca non naviga, ma vola".
Quanto sono importanti nella nautica?
"I foil stanno cambiando la nautica. Nel mondo delle regate olimpiche, ad esempio, si sta usando sempre di più".
Come avviene la commistione con la robotica?
"La dinamica della barca con i foil è estremamente complessa, per questo servono regolazioni continue che non possono essere fatte dall’uomo. Passa così da un robot che fa l’attuazione di
superficie di foil in maniera automatica, impostate dall’uomo"
E l’intelligenza artificiale?
"È il passaggio successivo. Far sì che il robot apprenda certe leggi e sia in grado di gestire in maniera ottimale il controllo di foil e superfici. Il sistema deve imparare a reagire alle condizioni e situazioni più svariati, per allontanarci dai limiti".
Quando è iniziata l’applicazione dei foil alla nautica?
"Negli anni ’90, su barche di forma normale. Ma si sono diffusi a macchia d’olio dopo la coppa America del 2013, su barche che fanno il giro del mondo".
In Italia quante sono le barche con foil?
"Un numero quantitativo in percentuale estremamente basso perché non si può prendere barca che esiste e apporci i foil. Deve nascere e deve essere particolare, leggera e con forme opportune. È la punta dell’iceberg tecnologica e mi aspetto che nel giro di 10-15 anni quell’1 % diventi almeno il 10-15 %. Mi aspetto tanto".
G. P.