Mercoledì 18 Settembre 2024
GIORGIO COSTA
Economia

L’Italia ha un gap digitale nella Pa. In Europa siamo agli ultimi posti

Allarme di Confartigianato: ventitreesimi su 27 Paesi. Un ente su due ha un sito che non dialoga con i cittadini

L’Italia ha un gap digitale nella Pa. In Europa siamo agli ultimi posti

Marco Granelli, 60 anni, presidente di Confartigianato

Solo il 41,3% degli italiani interagisce con gli enti pubblici attraverso Internet, rispetto al 54,3% della media dell’Unione europea. E siamo quintultimi, al 23esimo posto su 27, per l’offerta di servizi pubblici digitali alle imprese. L’Italia è ancora in ritardo nella digitalizzazione dei rapporti della pubblica amministrazione con cittadini e imprese, ma un segnale positivo per la riduzione del digital divide della Pa locale arriva dalla crescita della spesa dei Comuni per servizi informatici, telecomunicazioni, hardware e software, sospinta anche dal Pnrr.

Confartigianato fotografa la situazione e lancia l’allarme con un Rapporto sulla burocrazia elaborato in base ai dati di Eurostat ed Eurobarometro. Emerge che siamo ancora distanti dagli standard di innovazione europei. Basti dire che il 53% degli enti locali (dalle Regioni ai Comuni, dalle Città metropolitane alle Asl) ha un sito internet esclusivamente informativo e non abilitato al dialogo con l’utenza e appena il 30% permette pagamenti online sul proprio portale, una percentuale che scende a solo il 13% nel Mezzogiorno.

"Una pubblica amministrazione semplice, efficiente e digitale – sottolinea il presidente di Confartigianato, Marco Granelli – è una delle priorità per sostenere il rilancio e la competitività delle imprese e del sistema economico". Ad oggi, però, soltanto il 23% dei cittadini dialoga con la Pa tramite l’invio di moduli compilati online e questo colloca l’Italia nelle ultime posizioni della classifica delle 195 regioni europee.

Basti dire che la prima in Italia è al 131° posto in Europa, ovvero la Provincia autonoma di Bolzano, con un modesto 34,6%, mentre le altre regioni italiane sono tutte oltre il 145° posto e la peggiore risulta la Calabria al 184° posto. Non c’è da stupirsi, quindi, se, come indica il rapporto di Confartigianato, soltanto il 34% dei cittadini si dichiara soddisfatto dell’offerta dei servizi pubblici, un dato che colloca l’Italia al penultimo posto tra i 27 Paesi dell’Ue, prima della Grecia.

Non va meglio per le imprese: nel Paese che conta 123.688 atti normativi vigenti pubblicati negli ultimi cento anni, il 78% degli imprenditori si sente ostacolato dai continui cambiamenti legislativi, il 14% in più rispetto al 64% della media Ue. Inoltre, il 73% degli imprenditori lamenta la complessità delle procedure amministrative, il sette per cento in più del 66% della media dell’Unione europea.