Roma, 15 ottobre 2023 – Domani la manovra economica 2024 arriverà sul tavolo di Palazzo Chigi. La premier, Giorgia Meloni, avverte che le risorse "sono poche" e che non ci saranno "sperperi". In effetti la legge di bilancio si attesterà sui 25 miliardi di euro, coperti per lo più dall’extra-deficit di 15,7 miliardi previsto per l’anno prossimo. Il resto arriverà dai tagli ai ministeri (2 miliardi), dalla global digital tax (2-3 miliardi), dal settore dei giochi con le nuove concessioni (altri 2 miliardi di euro) e, il resto, da ulteriori risparmi della spesa (come, ad esempio, il minore tiraggio degli assegni familiari). Sarà una manovra non solo "light", rispetto ai 34 miliardi del 2023, ma anche "sprint", dal momento che il governo punta ad approvarla prima della pausa natalizia. Ecco i principali capitoli e le novità dell’ultima ora.
Sommario
Superbonus, spunta la mini-proroga
È uno dei capitoli più contrastati. Per usufruire del maxi-incentivo al 110% i condomini che hanno avviato i lavori prima della stretta del governo, devono ultimare i cantieri entro il 31 dicembre, altrimenti pagheranno di tasca propria almeno il 30% degli importi. Il problema è che, in media, i lavori sono fermi al 74% e difficilmente potranno essere completati entro l’anno. Di qui la richiesta di una proroga di almeno sei mesi. Che però avrebbe l’effetto di spostare nel 2024 una parte dei crediti, appesantendo ulteriormente il debito. C’è poi la questione della compensazione dei crediti che andranno a scadenza il 31 dicembre e che difficilmente potranno essere recuperati. Le ipotesi sono due: una mini-proroga selettiva, destinata ai condomini che non potrebbero sostenere le spese. O, ancora, scaricare i crediti su quest’anno, facendo lievitare di qualche decimale il deficit previsto in un anno nel quale non ci sono ancora le regole del patto di stabilità.
Cuneo fiscale
Sarà confermato il taglio del cuneo fiscale di 7 punti per i redditi fino a 25mila euro e di 6 punti fino a 35 mila euro. L’intervento assorbirà da solo la metà della manovra e consentirà di lasciare in busta paga fra i 60 e i 100 euro al mese netti. Non sarà strutturale, come chiesto dai sindacati, ma durerà solo un anno. Poi si vedrà.
Irpef
Dal primo gennaio cambiano le aliquote Irpef: gli scaglioni diventano tre, con i primi due accorpati con un’aliquota del 23%, che scatterà fino ai 28mila euro di reddito. Oltre i 28mila e fino a 50mila resta l’imposta al 35%. Oltre i 50mila, si pagherà il 43% di Irpef. Costo dell’operazione, circa 4 miliardi.
Contratto Statali
Arrivano le prime risorse per il rinnovo dei contratti dei pubblico impiego fermi ormai da anni. Lo stanziamento dovrebbe essere di 5 miliardi, poco meno della metà (2 miliardi) destinato però al settore sanitario. Sul tappeto anche l’ipotesi di una detassazione degli straordinari per i camici bianchi.
Sanità
Il governo ha deciso di rimpinguare con altri 3 miliardi il Fondo per la sanità, che nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, aveva registrato un aggiustamento al ribasso per circa 2 miliardi di euro. Soldi che serviranno soprattutto a ridurre le liste di attesa.
Pensioni
Le risorse sono poche. Prevista una revisione dell’Ape sociale e della cosiddetta "opzione donna", che potrebbe essere sostituita da un "Ape-Donna", con un’indennità di accompagnamento a partire dai 58 anni di età. Resterà in vigore anche quota 103, ovvero la possibilità di lasciare il lavoro con 41 anni di contributi e 62 di età, sia pure con penalizzazioni fino ai 67 anni. Forza Italia continua a spingere per un aumento delle pensioni minime almeno dalle attuali 600 a 700 euro. Per fare cassa saranno tagliate le rivalutazioni legate al carovita degli assegni più alti. Ma per fare cassa potrebbe anche essere deciso di allungare fino a 9 mesi l’attuale finestra di 3 mesi per chi può avere l’assegno dell’Inps dopo aver maturato i 42 anni e 10 mesi di contributi. Una parte del capitolo previdenza potrebbe entrare in un ddl collegato alla legge di bilancio, che conterrebbe anche gli interventi per i giovani. Pacchetto famiglia Le ultime risorse disponibili (circa 2 miliardi) saranno invece destinati all’incremento dell’assegno unico dal terzo figlio in poi e da misure di sostegno dal secondo figlio in su. Ci saranno gli incentivi per le imprese che assumono le neo-mamme e un nuovo bonus-nido, sempre legato al reddito.