Il 68% delle piccole e medie imprese italiane prevede di subire un attacco informatico nel 2025, percentuale che raggiunge il 74% se si considerano anche altre criticità in ambito informatico come truffe, hackeraggi, ransomware e blocchi di attività. Lo rileva uno studio commissionato da Qbe Insurance, secondo cui la metà delle Pmi italiane (51%) ha sperimentato un evento IT critico nell’ultimo anno, percentuale che sale al 63% tra le aziende con e-commerce. Dopo il caso CrowdStrike-Microsoft del luglio scorso, il 37% dei manager intervistati ha deciso di potenziare le misure di cyber protezione nella propria azienda.
Dallo studio emerge che le Pmi italiane adottano un atteggiamento pragmatico e “no-panic” nei confronti della cybersecurity: il 78% si dichiara infatti fiducioso rispetto alla propria capacità di affrontare i rischi informatici, mentre il restante 22% ammette la necessità di migliorare le proprie difese. Nonostante ciò quasi due terzi delle Pmi intervistate (64%) hanno subito attacchi informatici negli ultimi 3 anni, con eventi che si ripetono nel tempo. Nella maggior parte si tratta di truffe informatiche, hackeraggi, ransomware e blocchi di attività.
Il 41% delle Pmi ha dichiarato di aver sottoscritto una copertura assicurativa dedicata alla cybersecurity e un terzo (34%) di quelle che ancora non ne dispone sta valutando di farne ricorso a breve. Il potenziale di crescita del mercato della cyber insurance tra le Pmi è significativo. Secondo i dati raccolti, la penetrazione futura delle polizze cyber potrebbe raggiungere una quota del 61%.
Red. Eco.