Lunedì 29 Aprile 2024

Parità di genere e impronta green nei nuovi bandi Pnrr

CON LA NUOVA programmazione europea sono cambiati anche i bandi per l’erogazione di risorse pubbliche a sostegno dei progetti di...

CON LA NUOVA programmazione europea sono cambiati anche i bandi per l’erogazione di risorse pubbliche a sostegno dei progetti di investimento delle imprese e per l’accesso ai fondi del Pnrr. Tutti premiano le aziende che sono in possesso della Certificazione di parità di genere e del rating di legalità, oltre a essere sempre più green oriented e focalizzati sull’imprenditoria giovanile, sull’occupazione femminile, sulla transizione digitale e su quella ecologica. È un’analisi di Innova Finance, società specializzata in finanza agevolata che affianca imprese ed enti locali nella ricerca di risorse pubbliche, a fare il punto sulle nuove prerogative dei bandi, che dovranno adeguarsi alle recenti disposizioni sugli incentivi al sistema imprenditoriale fissate dalla legge 160 del 15 novembre 2023. Oggi ogni bando della programmazione Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) prevede il rispetto del principio Dnsh – Do Not Significant Harm –, che vincola l’assegnazione delle risorse pubbliche ai progetti che non arrecano un danno all’ambiente, in base alla normativa comunitaria e nazionale vigente. Questo impone alle imprese di programmare gli investimenti secondo criteri di sostenibilità ambientale, dalla riduzione dei consumi energetici alla valorizzazione dell’economia circolare, per arrivare alla prevenzione degli impatti negativi sulla salute e sulla sicurezza delle persone. Il 60% dei bandi resta a sportello, attraverso i click day nei quali vale l’ordine cronologico di presentazione delle domande a differenza di quelli basati sulla graduatoria, per i quali vale invece la valutazione della qualità del progetto. Caratteristica che, in molti casi, porta all’esaurimento delle risorse a disposizione nell’arco di poche ore.

Aumentano gli obblighi per le imprese, come quello dell’identità digitale e l’utilizzo del Cup, Codice Unico Progetto che, se non rilasciato in fase di compilazione della domanda per tracciare tutto l’iter di progetto, obbliga le aziende a ritardare l’avvio delle spese di progetto sino a quando non viene assegnato il codice. "L’ammontare dei fondi a disposizione costituisce una grande opportunità per le imprese ma persistono difficoltà nell’accesso ai contributi – dice Elena Udristioiu (nella foto in basso), direttrice finanziaria di Innova Finance – Occorre uno sforzo per semplificare le procedure, anche ricorrendo all’intelligenza artificiale per automatizzare il processo di valutazione e di rendicontazione delle spese dei progetti".

Giada Sancini

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