Roma, 19 aprile 2024 – "Ho ascoltato 186 persone per la formalizzazione della squadra in modo autonomo e quindi siamo riusciti a costruire una squadra per competenza ma soprattutto, come ho detto oggi, una squadra che sia vicino al mondo associativo". È il viatico, fondato su "tre parole chiave: dialogo, unità, identità", con il quale il nuovo presidente di Confindustria, l’emiliano Emanuele Orsini, ha accompagnato il via libera alla "sua" squadra (con il più alto numero di donne di sempre) dal primo Consiglio generale di Viale dell’Astronomia della sua era: con l’84% delle preferenze.
Una squadra che, con 10 vicepresidenti, vede il ritrovare di una larghissima unità dell’organizzazione degli industriali, dopo le polemiche e i veleni che hanno caratterizzato la campagna elettorale fino al penultimo momento. Un’unità consacrata, del resto, dal ricompattamento attorno all’imprenditore emiliano dei due ex competitor, Edoardo Garrone e Antonio Gozzi. Dunque, come osserva il nuovo numero uno degli industriali italiani, "abbiamo cercato di ricomporre tutte le anime di Confindustria in modo libero, cercando le competenze".
Una squadra, spiega, "che sappia lavorare insieme perché oggi abbiamo bisogno di lavorare insieme e quindi questa per me era la priorità e con le buone competenze ovviamente io credo che saremo vicino alle nostre imprese per sviluppare il futuro della crescita del paese". Scegliere vice-presidenti e deleghe era un passaggio delicato, una prova del nove per la volontà di ricomporre fratture ricucendo equilibri. Orsini l’ha superata. A riconoscerlo è Garrone: "Ha presentato una squadra di ampia rappresentanza, libero da ogni condizionamento, indice di un profondo rinnovamento, come mi ero augurato facendo un passo indietro". L’industriale di Erg aveva rinunciato alla candidatura alla vigilia del voto spiegando che così avrebbe permesso al prossimo presidente di essere eletto senza alcuna eventuale opportunità di "impegni o scambi intollerabili, inaccettabili". Garrone nella galassia Confindustria prosegue ora il suo impegno come presidente del gruppo 24 Ore.
Gozzi, presidente di Federacciai, non entra in consiglio di presidenza ma sarà nella squadra di Orsini come special advisor su autonomia strategica europea, piano Mattei, competitività. Il messaggio di unità c’è. Nella squadra dieci vicepresidenti eletti, tre vicepresidenti di diritto, cinque delegati del presidente su singoli temi, tre special advisor. Sul fronte esterno è strategica la vicepresidenza su lavoro e relazioni industriali – va a Maurizio Marchesini – come lo è sul fronte interno la vicepresidenza per l’organizzazione e i rapporti con territori e categorie, che va a Vincenzo Marinese. A Angelo Camilli il settore "credito, finanza e fisco", a Lucia Aleotti il centro studi, a Barbara Cimmino export e attrazione investimenti, a Natale Mazzuca politiche strategiche e sviluppo Mezzogiorno, a Marco Nocivelli politiche industriali e made in Italy, a Lara Ponti transizione ambientale e obiettivi Esg. Francesco De Santis prosegue su ricerca e sviluppo, Stefan Pan su Europa e rapporto con le Confindustrie europee.
Di diritto Annalisa Sassi, neoeletta presidente del consiglio delle rappresentanze regionali, affianca il presidente della Piccola Industria Giovanni Baroni, e il leader dei Giovani Imprenditori, Riccardo Di Stefano, che sarà anche delegato su education e open innovation. Le altre deleghe vanno a Leopoldo Destro (trasporti, logistica, turismo), Giorgio Marsiaj (space economy), Aurelio Regina (confermato sull’energia), Mario Zanetti (economia del mare). Saranno special advisor anche Alberto Tripi per l’intelligenza artificiale e, confermato, Gianfelice Rocca per le life sciences. Da Orsini anche l’indicazione del nuovo direttore generale: da Unindustria arriva Maurizio Tarquini, conosce molto bene la complessa e articolata macchina del sistema di rappresentanza degli industriali. L’appuntamento cruciale, superata lo scoglio della definizione della squadra, è con l’assemblea privata del 23 maggio, quando lo stesso Orsini sarà eletto: un passaggio formale, ma nel rito di Confindustria ugualmente delicato e rilevane.