Dopo il maxi-crollo del 24% del titolo Tim, la ferita non è ancora rimarginata. Ai piani alti dell’ex monopolista, si cercano di capire i motivi del diluvio di vendite di giovedì scorso, quando è passato di mano circa il 13,5% del capitale. Così, mentre le azioni dell’ex monopolista, ieri, hanno tentato il rimbalzo, chiudendo la giornata con un rialzo limitato al 4,8%, l’amministratore delegato, Pietro Labriola, ha deciso di convocare per domani un Cda straordinario proprio per analizzare la situazione e capire i motivi dello scivolone durante l’investor day sul piano industriale.
Scivolone sul quale ha acceso un faro anche la Consob, che ieri ha monitorato l’andamento del titolo, un’attività prevista tutte le volte in cui una società quotata registra forti variazioni. Sotto la lente della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa c’è sia l’analisi dell’andamento del titolo Tim in relazione al flusso informativo, per verificarne la coerenza, che l’operatività sulle azioni, allo scopo di capire, attraverso l’analisi della concentrazione degli scambi, se sul gruppo telefonico siano in azione “mani forti“. Non è escluso che, domani, il cda potrebbe integrare le informazioni fornite al mercato per rispondere alle preoccupazioni di analisti e investitori soprattutto sul fronte dell’indebitamento.
Non mancano, ovviamente, i sospetti sul socio francese, Vivendi, da sempre contrario all’ipotesi dello scorporo e della vendita della rete e ostile all’attuale amministratore delegato, Labriola. Il gruppo di Parigi ha messo la sua partecipazione, pari al 23,75%, tra quelle disponibili per la vendita, denunciandone ancora il possesso integrale al 1° marzo nelle slide presentate agli analisti nel corso della conference call che si è tenuta giovedì alle 18,15 per illustrare i dati di bilancio. Se ci fosse qualche movimento relativo alla quota dei cugini d’Oltralpe (o qualche derivato collegato) la Consob dovrebbe, naturalmente, appurarlo.
Intanto si allarga la cordata pronta a rilevare la Rete Tim. Fra i soci ci sarà anche il Canada Pension Plan Investment Board (Cpp Investments). Il fondo pensione ha siglato, infatti, l’accordo per fare il suo ingresso in Optics BidCo, la società che con Kkr in maggioranza diventerà proprietaria dell’infrastruttura. Cpp si è impegnata ad acquisire una partecipazione del 17,5% in NetCo, per un controvalore fino 2 miliardi di euro, nell’ambito di un’operazione che attribuisce all’azienda un enterprise value di circa 18,8 miliardi.
Sotto i riflettori continua ad esserci il nodo dei debiti Tim che, secondo gli operatori, continueranno a crescere fino al termine del 2024, con un miliardo in più sul groppone della società. E, dal momento che Tim resterà un player integrato fino a giugno, continuerà quindi a pagare interessi su tutto il debito e a bruciare cassa. Insomma, i conti non tornano e anche la promessa di un ritorno in tempi rapidi al dividendo annunciata da Labriola non è riuscita a superare lo scetticismo del mercato.