Sabato 7 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Allarme prezzi, a novembre il carrello della spesa torna a salire: cosa è aumentato

L’inflazione torna ad alzare la testa in vista del Natale. Secondo le stime dell’Istat il costo della spesa è aumentato del 2,6% nell’ultimo mese. Il Codacons stima che equivalga a un aumento fra i 460 e i 627 euro annui a famiglia

Roma, 29 novembre 2024 – Tornano a salire inflazione e carrello della spesa. In particolare aumentano di più rispetto a ottobre i prezzi dei beni alimentari e di prima necessità.

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Nel mese di novembre il carrello della spesa è tornato a salire

A novembre, infatti il tasso di crescita dei prezzi del "carrello della spesa" sale a +2,6% mentre l' inflazione di fondo si attesta a +1,9%.

Lo rende noto l'Istat. Che precisa in una nota che i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano su base tendenziale (rispetto un anno fa, novembre 2023) da +2,0% a +2,6%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +1,0% a +1,8%).

Cosa aumenta

In particolare, la risalita del tasso d'inflazione risente in primo luogo dell'accelerazione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +3,9% a +7,5%) e dell'attenuarsi della flessione di quelli dei Beni energetici non regolamentati (da -10,2% a -6,6%).

Un sostegno al carovita deriva inoltre dall'andamento dei prezzi dei Beni alimentari, sia lavorati (da +1,7% a +2,4%) sia non lavorati (da +3,4% a +4,1%), dei Beni durevoli (da -1,4% a -0,8%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,0% a +3,5%), dei Beni non durevoli (da +0,9% a +1,3%) e, in misura minore, di quelli dei Servizi relativi all'abitazione (da +2,3% a +2,5%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +1,0% a +1,2%).

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L’inflazione

Secondo le stime preliminari, nel mese di novembre 2024 l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una variazione su base mensile nulla e aumenta dell'1,4% su base annua, dal +0,9% del mese precedente. Lo rende noto l'Istat. L'inflazione acquisita per il 2024 (cioè da inizio anno ad oggi) è pari a +1% per l'indice generale e a +2% per la componente di fondo.

Nel mese di novembre l'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera infatti (da +1,8% a +1,9%), come anche quella al netto dei soli beni energetici (da +1,9% a +2,2%). La dinamica tendenziale (rispetto al novembre 2023) dei prezzi dei beni registra invece un'inversione di tendenza portandosi su valori positivi (da -0,5% a +0,4%) e quella dei servizi accelera lievemente (da +2,7% a +2,8%).

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Diminuiscono i servizi culturali e della persona

La stabilità sul piano congiunturale (rispetto al mese precedente) dell'indice generale riflette le dinamiche opposte di diverse componenti: da una parte, la crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+2,7%), dei Beni alimentari non lavorati (+1,5%) e lavorati (+0,8%) e dei Servizi relativi all'abitazione (+0,3%); dall'altra, la diminuzione dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,2%). In base alle stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una variazione nulla su base mensile e una del +1,6% su base annua (in accelerazione da +1,0% di ottobre).

Oltre 450 euro in più a famiglia

L'inflazione torna dunque a rialzare la testa, con i prezzi al dettaglio che aumentano in vista del Natale e delle maggiori spese delle famiglie. Lo afferma il Codacons, commentando i dati diffusi oggi dall'Istat.

Un'inflazione al +1,4% si traduce in un aggravio medio di spesa per la famiglia "tipo" da +460 euro annui, che salgono a +627 euro per un nucleo con due figli - analizza il Codacons -. Estremamente preoccupanti i rialzi per la voce alimentari e bevande analcoliche, che a novembre vola al +3,2%: questo significa che una famiglia media solo per l'acquisto di cibi e bevande deve mettere in conto una maggiore spesa da +202 euro su base annua, che sale a +292 euro per un nucleo con due figli.

"Sugli aumenti dei prezzi al dettaglio pesano le tensioni sui mercati internazionali delle materie prime, che si ripercuotono in modo diretto sui listini al dettaglio, ma anche aggiustamenti al rialzo legati all'avvicinarsi del Natale, quando cioè le famiglie aumentano i propri consumi - denuncia il presidente Carlo Rienzi -. Purtroppo sul fronte dei prezzi assistiamo ad un totale immobilismo da parte del governo, che non ha adottato alcuna misura tesa a calmierare i listini e combattere le speculazioni".