Dove eravamo rimasti? A 38 anni dal disastro di Chernobyl e a quasi 37 dal referendum che interruppe bruscamente lo sviluppo del nucleare in Italia, fino ad allora uno dei Paesi più avanzati nella ricerca, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin accelera sul dossier che ripropone l’atomo come fondamentale fonte di energia, in grado di essere allo stesso tempo conveniente e sostenibile. Lo fa chiamando un team di giuristi a riscrivere le regole del gioco, oggi molto diverse rispetto alla seconda metà degli anni Ottanta. La partita si riapre alla vigilia del G7 Clima, energia e ambiente, in programma a Torino da oggi a martedì, dove presiederà le riunioni dei ministri di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Usa, insieme all’Ue con l’obiettivo di trovare azioni per affrontare la crisi climatica, energetica e ambientale globale.
"L’aggiornamento del Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima) da trasmettere alla Commissione europea entro giugno – ha detto ieri il ministro intervenendo a un evento della Planet Week che precede il G7 – riporterà anche analisi di scenario contenenti una possibile quota di energia prodotta da fonte nucleare nel periodo 2030-2050". Il nucleare, insomma, dovrebbe essere una parte della produzione insieme alle altre "energie pulite, eolico, fotovoltaico, idroelettrico e idrogeno, che alcuni Paesi hanno già fortemente sviluppato". Ciò permetterebbe di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che la Conferenza sul clima dell’Onu del novembre prossimo, la Cop 29, metterà sul piatto.
Fusione e piccoli impianti sono le direzioni in cui l’Italia partecipa alla ricerca, ha ricordato Pichetto Fratin, che ha sostanzialmente escluso l’ipotesi che si torni a grandi centrali come in passato. Quanto l’ipotesi del nucleare venga considerata concreta si evince anche dall’annuncio del ministro: "Ho dato mandato a Giovanni Guzzetta, giurista di chiara fama, di costituire un gruppo di alto livello per ridisegnare l’ambito legislativo, normativo e di governance del sistema regolatorio italiano, per accogliere un eventuale programma di ripresa della produzione nucleare in Italia. Tale gruppo fornirà le analisi e le proposte legislative per definire un quadro delle azioni da intraprendere, che tenga in considerazione lo sviluppo delle tecnologie nucleari innovative a livello globale, le indicazioni delle agenzie internazionali preposte e la definizione di un quadro normativo specifico per l’energia da fusione".
La vigilia del G7 tematico è stata anche occasione d’incontro per i giovani, che in un centinaio, tra i 18 e i 35 anni, si sono riuniti nello Youth 7 (Y7) Clima, energia e ambiente e hanno elaborato sette proposte concrete per affrontare il cambiamento climatico e costruire una società più sostenibile, a partire dalla richiesta di accelerare il processo di decarbonizzazione, favorendo lo sviluppo di energie rinnovabili.