Giovedì 3 Ottobre 2024

Il caso dei sacchetti di plastica. La corte Ue boccia lo stop in Italia

Sentenza sul divieto dei monouso previsto nel 2013, ma la norma è poi cambiata

Il caso dei sacchetti di plastica. La corte Ue boccia lo stop in Italia

Il caso dei sacchetti di plastica. La corte Ue boccia lo stop in Italia

La Corte Ue di giustizia boccia una vecchia normativa italiana, ormai superata da provvedimenti successivi. Con una sentenza pubblicata ieri, la Corte ha dato ragione a Papier Mettler Italia, che si era appellata al Tar del Lazio contro il divieto dei sacchetti monouso in plastica (a parte quelli compostabil), introdotto dal governo italiano dieci anni fa. Il Tar del Lazio, a sua volta, aveva investito del problema l’organismo comunitario, che si è pronunciato ieri. La sentenza, però, colpisce la prima versione del provvedimento e non tocca la normativa successiva, che resta in vigore. "La pronuncia riguarda in concreto un vecchio decreto ministeriale (il DM 18 marzo 2013) che da tempo non è più in vigore e che venne adottato dall’Italia quando ancora non era stata emanata la direttiva shopper 2015/720, che contempla espressamente la possibilità per gli Stati di vietare i sacchetti di plastica", spiega Assobioplastiche. E precisa: "Si tratta di un giudizio relativo quindi a normative già abrogate e del tutto superate dalle nuove".

La bocciatura della Corte, a questo punto totalmente irrilevante per l’ordinamento italiano, si riferisce peraltro ad aspetti formali e procedurali (errori nel processo di notifica all’Ue), senza entrare nel merito della legge. "Ce l’aspettavamo ma, per sgombrare il campo da equivoci, è bene sottolineare che la sentenza riguarda il ‘vecchio’ ordinamento", commenta Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche.

L’attuale normativa sulle bioplastiche che recepisce la direttiva shopper del 2015, invece, resta perfettamente in vigore, avendo seguito tutte le procedure previste. Per quanto concerne la sentenza, il ricorrente chiedeva l’annullamento del decreto e la condanna dell’amministrazione al risarcimento di tutti i danni causati dalla normativa anti-shopper, adottata anzitempo rispetto alle regole europee. La sentenza, pur dandogli ragione, trova una parziale giustificazione alla normativa, intesa ad assicurare un livello più elevato di tutela dell’ambiente. I giudici di Lussemburgo sembrano quasi imbarazzati a doversi confrontare, proprio mentre la Commissione Ue spinge sul Green Deal, con una normativa superata, che peraltro anticipava i tempi rispetto a quelle di altri Paesi europei, dove i sacchetti di plastica monouso, che in Italia sono un lontano ricordo, si usano ancora.

Elena Comelli