Meglio un gioiello d’oro o il catalizzatore dell’impianto di scarico di un’auto? La risposta non è così scontata, soprattutto se i catalizzatori delle marmitte sono tanti, anche di provenienza illecita.
I furti di marmitta
Tra le ultime ‘tendenze’ in materia di furti in effetti sta prendendo quota quella di asportare questa specifica parte dei veicoli, particolarmente richiesta dal mercato clandestino. Le ragioni sono duplici: la prima riguarda il valore del singolo pezzo di ricambio, che per i modelli più ricercati può arrivare a valere anche mille euro, la seconda, molto meno scontata, è invece inerente il valore dei materiali coi quali è composto l’oggetto.
Prezzi alle stelle
La questione è diventata di stringente attualità negli ultimi tempi, soprattutto nel nord Italia. A riguardo, l’agenzia Ansa ha analizzato e valutato i valori (altissimi) dei singoli componenti coi quali questo strumento è realizzato. Il catalizzatore è in effetti composto anche da diversi metalli rari tra i quali rientrano per esempio il platino, il palladio e il rodio, che hanno un valore di mercato superiore di dieci volte rispetto a quello dell’oro e che commercializzati in grandi quantità possono arrivare a valere 800.000 euro al chilo.
Parti infinitesimali
Serve fare chiarezza e sgombrare il campo dagli equivoci. Un catalizzatore non è certo l’equivalente del tesoro della Torre di Londra, visto che ogni pezzo contiene una percentuale di metalli rari che si misura in grammi, da 6 a 30 in ogni marmitta catalitica, volendo entrare nello specifico, variabili in base al numero (scarico semplice o sdoppiato) e delle dimensioni del motore.
Quotazioni di mercato
Un chilo di platino oggi costa circa 28.000 euro, meno della metà rispetto ai 70.000 coi quali si valuta il palladio e briciole rispetto ai 560.000 del rodio. Cifre stellari, che evidentemente ingolosiscono anche chi si muove nell’ombra. Rottamando in maniera selettiva un catalizzatore è facile poter ricavare corrispettivi variabili tra i 500 e i 1.500 euro e moltiplicando il numero delle parti meccaniche, come sta evidentemente accadendo di questi tempi coi furti in serie, si raggiungono cifre che vanno ben oltre gli interessi del singolo ladro, ma che si spostano piuttosto nel comparto della sfera della malavita organizzata.
Furti rapidissimi
Per rubare il pezzo della marmitta catalitica che contiene i meteriali preziosi bastano pochi minuti ai ladri, ormai esperti e che agiscono spesso su commissione.
Doppio danno per gli automobilisti
Chi viene depredato non solo deve fare i conti con il furto della marmitta e i costi (assicurazioni a parte) per averne una nuova. C'è anche il problema dei tempi. Per colpa, anche dei furti, è sempre più difficile trovare (non bastasse la crisi delle materie prime) le marmitte in commercio.
Come difendersi
Visto che per asportare il catalizzatore è necessario sollevare la vettura, i proprietari che volessero scongiurare rischi di sottrazioni indebite, dovrebbero valutare di aggiungere al sistema di antifurto un sensore in grado di rilevare non solo le effrazioni, ma anche solo gli eventuali spostamenti del mezzo. Gli scenari più a rischio sono quelli dei parcheggi all’aperto non custoditi. Il modus operandi dei ladri è generalmente infatti quello di affiancare all’auto presa di mira un furgone in grado di coprire la vista e celerare l’attività che si sta compiendo. E’ importante notare anche che il furto deve essere compiuto quando l’impianto di scarico si è raffreddato, dunque le situazioni a rischio sono quelle delle soste lunghe, non del ‘mordi e fuggi’ che non consentirebbe il tempo necessario a rendere fattibile il colpo.