Martedì 23 Aprile 2024

Come trasformare la propria abitazione in casa green in poche mosse: i costi

Dalla scelta dei materiali alle fonti energetiche, fino alle soluzioni eco per riscaldamento e raffrescamento: come avere un’abitazione in linea con la Direttiva Ue

La classe energetica degli edifici italiani

La classe energetica degli edifici italiani

Dal Parlamento Europeo è arrivato il primo via libera alla Direttiva Ue sulle case green. Con questo provvedimento, tramite un pacchetto di leggi e regolamentazioni, l’Unione Europea intende ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990 e raggiungere le emissioni zero entro il 2050.

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La classe energetica degli edifici italiani
La classe energetica degli edifici italiani

Kadri Simson, Commissaria per l’Energia dell’UE, ha spiegato che gli edifici sono il settore più energivoro in Europa. “Consumano il 40% dell’energia e generano il 36% delle emissioni di gas ad effetto serra”, ha detto la Commissaria europea. “Inoltre, gli immobili meno efficienti consumano dieci volte più energia di quelli nuovi o ben ristrutturati”. Sono consumi di cui si dovrà tenere conto per quanto riguarda le scelte di realizzazione, pianificazione e investimento.

Cosa prevede la Direttiva UE sulla casa green

Occorre vedere cosa accadrà nel prossimo passaggio della Direttiva, ulteriore step che prevede il negoziato tra Commissione, Parlamento e Consiglio europeo. Per il momento, però, si può dire che il testo della Direttiva EPDB sulla casa green prevede che tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni a partire dal 2028, mentre quelli esistenti dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e D entro il 2033. Secondo quanto stimato dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), in Italia circa il 35% degli immobili risulta attualmente in classe G, e il 25% sarebbe in classe F. Riguardo al riscaldamento sono indicati il divieto di utilizzo di combustibili fossili entro il 2035 e l’abolizione di sussidi per l’installazione di boiler a combustibili fossili entro il 2024. Come anticipato, manca ancora il processo del Trilogo, cioè la fase di negoziati tra istituzioni europee che porterà al testo definitivo e porterà al traguardo finale fissato al 2050: ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia degli immobili residenziali in tutti gli stati membri entro quella data. Intanto, però, si sente sempre più spesso parlare di casa green. Proviamo a fare un po’ di chiarezza.

Cosa significa casa green, caratteristiche principali

Non c’è una vera e propria definizione accademica di casa green. Tuttavia si può affermare che una casa green presenta determinate caratteristiche: si tratta di un edificio accogliente e confortevole, che consuma il minor quantitativo di energia possibile, meno di quello che produce, e che permette di limitare gli sprechi e l’impatto sull’ambiente circostante. Una casa green risponde ai criteri della bioedilizia, ossia è costruita con materiali rispettosi dell’ambiente e utilizza fonti rinnovabili per produrre energia pulita.

Leggi anche: come conoscere la classe energetica della propria abitazione Se una casa green è effettivamente ecologica ed ecosostenibile lo si può vedere da almeno quattro aspetti: • Scelta dei materiali. È importante perché i materiali influenzano le prestazioni acustiche, l’inerzia termica e la capacità di far circolare l’aria attraverso un’abitazione, senza contare il loro impatto ambientale. Per avere una casa green si devono preferire quelli di origine naturale come il legno, la calce, l’argilla, il sughero, la lana di roccia, in grado di offrire elevatissime prestazioni. Ovviamente bisogna prediligere materiale certificato, di qualità e prodotto da aziende qualificate. • Riscaldamento e raffrescamento. Affinché sia ecosostenibile, una casa green dev’essere ben isolata e non presentare dispersioni termiche, abbattendo così i consumi, con relative emissioni, nonché i costi per riscaldamento e aria condizionata. Tra le soluzioni più diffuse ci sono la coibentazione e il riscaldamento a pavimento. • Illuminazione, elettrodomestici e domotica. Le lampade a LED, anche se più care di quelle alogene o delle lampadine normali, durano fino a 10 volte in più e consumano molto meno. Chi vive in un’abitazione sostenibile può contribuire alla causa spegnendo le lampadine che non servono: in questo modo una famiglia potrebbe ottenere un risparmio di circa 60 euro all’anno. Per risparmiare ulteriormente si può fare affidamento sulla domotica, con timer o sensori che regolano l’accensione e lo spegnimento di lampade. • Risparmio idrico. In una casa green, come nelle abitazioni tradizionali, l’acqua viene impiegata sia per uso sanitario, sia per elettrodomestici, ma anche per l’irrigazione di eventuali spazi verdi. In questo caso possono essere utili ed efficaci sistemi che consentano il riutilizzo dell’acqua piovana o delle acque bianche.

Casa green in poche mosse

Prima di affrontare ristrutturazioni impegnative da molti punti di vista, a livello di tempo, soldi, ma non solo, potrebbe essere opportuno prendere in considerazione semplici accorgimenti che si possono seguire per migliorare la sostenibilità e l’ecologia della propria abitazione. Migliorare il profilo energetico del proprio contesto domestico e renderlo sempre più vicino a una casa green non sono missioni impossibili. Per raggiungere i nuovi traguardi previsti dalla Direttiva Europea sulla casa green bisognerà intervenire principalmente su infissi, caldaie, isolamento e prevedere impianti alimentati da energie rinnovabili. Nel frattempo, ecco cosa si può fare per risparmiare e impattare meno sull’ambiente: • sostituire le vecchie lampadine con dispositivi a LED che consumano meno energia; • sostituire i vecchi infissi con modelli a taglio termico; • sostituire i vecchi elettrodomestici sostituendoli con modelli innovativi di classe A+; • installare impianti energeticamente efficienti, come le pompe di calore; • produrre autonomamente l’energia elettrica necessaria mediante pannelli fotovoltaici e solari; • rifare il cappotto termico interno ed esterno dell’abitazione per un maggiore isolamento termoacustico e comfort bioclimatico.

Quanto costa una casa green?

I costi per ottenere una casa green sono superiori alla media relativa alla realizzazione o ristrutturazione di un’abitazione tradizionale. Ma niente panico: occorre anche tenere in conto degli incentivi previsti dalla legge e del fatto che l’investimento iniziale sarà ammortizzato nel giro di qualche anno grazie alle migliori prestazioni energetiche di quella che potremmo anche considerare una casa a impatto (quasi) zero. In linea di massima, per adeguare ogni abitazione privata ai dettami della Direttiva Europea potrebbero volerci un minimo di 50-60 mila euro.

La maggior parte delle abitazioni private, in Italia, è stata costruita dal secondo dopoguerra fino alla fine degli anni Settanta; in seconda battuta, una discreta percentuale di case è stata edificata tra gli anni Settanta e gli Ottanta. Prendendo come riferimento un’abitazione familiare classica che risale a questi periodi ed è stata costruita con i criteri di quei tempi, per trasformarla in una casa green o comunque più ecosostenibile si potrebbero stimare orientativamente costi da almeno 40-50 mila euro per intervenire sull’involucro esterno di un appartamento (pareti, copertura e solaio). Se poi si intervenisse anche su infissi, caldaie e impianto fotovoltaico condominiale bisognerebbe aggiungere altri 20-30 mila circa. Sono stime che tengono conto di un ordine di grandezza per lavori, spese tecniche e Iva.

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