I CASI PIÙ RECENTI si sono verificati a Chiavari, in Liguria, e a Fermo, nelle Marche. In entrambi, il copione è stato lo stesso: vendita di polizze assicurative false, create ad arte con documenti contraffatti e commercializzate attraverso la rete di internet. Funzionano in gran parte così le truffe nel mondo assicurativo, un fenomeno che le associazioni di categoria e le autorità del settore giudicano tutt’altro che marginale. Non a caso, di recente è scesa in campo anche l’Ania (la sigla di categoria delle imprese assicuratrici), presieduta da Maria Bianca Farina (nella foto) che ha creato delle linee guida per le compagnie contro i siti web fake, dove si commercializzano finte polizze. Sullo stesso fronte è impegnato l’Ivass (l’istituto che in Italia vigila sulle assicurazioni), che ha creato da tempo un vero e proprio vademecum per i consumatori che vogliono evitare le truffe. Ma come si fa, nel concreto, a scovare una copertura assicurativa falsa? È partendo proprio da questo interrogativo che l’Ivass dà alcuni consigli preziosi ai consumatori.
Innanzitutto, va tenuto presente che gran parte delle frodi si concentra nel ramo della Rc Auto, ovvero tra le polizze che proteggono dagli incidenti stradali e sono obbligatorie per legge su qualunque veicolo a motore. Inoltre, lo schema-base usato per i raggiri ruota appunto attorno al web. Quasi sempre c’è un assicurato che si mette a navigare su internet alla ricerca dell’offerta di polizza automobilistica e si imbatte nel sito di una falsa compagnia o di un intermediario che fanno una proposta molto conveniente, almeno a prima vista. Lo stesso assicurato fa poi un’altra ricerca sui social network e apparentemente tutto sembra ok. E così clicca sul sito, inserisce i propri dati e in poco tempo viene contattato, solitamente tramite una telefonata sul cellulare o con messaggio su WhatsApp. È lì che viene proposto un "prezzo scontato" che sembra invitante, a cui fa seguito un preventivo con la cifra pattuita.
Così l’automobilista accetta l’offerta e decide di stipulare la ’polizza’, anche se in realtà si tratta di una frode e il contratto proposto è carta straccia. La prima cosa da fare è verificare se l’impresa di assicurazione che offre una polizza online è autorizzata o meno a operare in Italia. Le compagnie con le carte in regola sono infatti iscritte a un apposito Albo o, nel caso di operatori esteri, in un elenco (annesso allo stesso albo) che include tutti i player stranieri abilitati a esercitare la loro attività nello Spazio Economico Europeo (See). I componenti degli elenchi sono facilmente consultabili nel sito della stessa Ivass (all’indirizzo www.ivass.it). Per avere ulteriori delucidazioni anche un contact center per i consumatori creato dall’authority, raggiungibile telefonicamente al numero verde 800 48 66 61.
Prima ancora di effettuare queste ricerche, non possono sfuggire però alcuni campanelli d’allarme. È bene per esempio diffidare di chi offre polizze online in cui compaiono soltanto numeri di cellulare e non numeri fissi, oppure indirizzi e-mail con un dominio generico (come per esempio @gmail.com). Circolare in auto senza una polizza valida può costare caro. Chi si mette al volante e non risulta assicurato può infatti essere soggetto al pagamento di sanzioni comprese tra 900 e 3.500 euro circa e può subire il sequestro del veicolo. Se poi lo stesso soggetto viola tale obbligo per due volte nel giro di due anni, può anche incorrere nella sospensione della patente per uno o due mesi e il veicolo può essere bloccato attraverso un fermo amministrativo, con il divieto di circolazione, di vendita e rottamazione.