ALBERTO ZORZI, responsabile della Direzione investimenti di Arca Fondi Sgr, lavora nel settore finanziario dal 1990. E in quasi 35 anni di carriera non ha mai cambiato idea su un punto: il miglior modo per valorizzare i risparmi nel medio e lungo periodo, tenendo sotto controllo l’esposizione al rischio, è costruire un portafoglio ben diversificato e bilanciato, come quello dei due storici prodotti di Arca Fondi, nati poco dopo la costituzione della società. Si tratta di Arca BB e Arca RR, che tagliano quest’anno il traguardo di quarant’anni di vita essendo nati nel 1984 (si veda l’articolo qui sotto in pagina).
Zorzi, dal 1984 il mondo è cambiato. Perché ritiene ancora valida la scelta di dotarsi di un portafoglio bilanciato?
"Innanzitutto per una ragione: investire in un portafoglio bilanciato significa acquistare strumenti come i bond e le azioni che definiscono la struttura del capitale delle aziende, danno loro linfa vitale e le aiutano a crescere, facendo progredire l’economia. È una scelta che nel medio e lungo periodo dà sempre i suoi frutti, se guidata in modo professionale dalla perizia di un gestore. Certo, rispetto a 40 anni fa i portafogli bilanciati sono cambiati molto".
Come?
"Pensi che in origine un fondo come Arca BB investiva soltanto in azioni italiane e in titoli di stato del nostro Paese. Allora le regole sui movimenti dei capitali erano rigide ed era impensabile che un investitore potesse comprare titoli di Borse straniere, neppure in Europa o negli Stati Uniti. Man mano che si è fatta strada la progressiva apertura e globalizzazione dei mercati, Arca Fondi ha cercato di coglierne le opportunità adeguando le politiche di gestione dei suoi prodotti. Va tenuto però in considerazione un aspetto importante".
Quale?
"Costruire un portafoglio diversificato ha un significato molto più ampio di un tempo, vuol dire anche mettere assieme diverse strategie e stili di gestione e fare uso di un ampio spettro di strumenti finanziari. Quando vogliamo prendere posizioni su un’area geografica molto lontana, per esempio sui paesi emergenti, possiamo far uso di altri strumenti del risparmio gestito, cioè di altri fondi o di prodotti derivati legati a indici. In questi quarant’anni i mercati finanziari hanno avuto una profonda evoluzione".
Per molti anni abbiamo avuto i tassi sotto zero. Ora lo scenario è cambiato e i bond sono tornati ad avere rendimenti elevati. Cosa cambia per chi ha un portafoglio bilanciato?
"Possiamo dire che le obbligazioni hanno recuperato una funzione stabilizzatrice del portafoglio, che smorza la naturale volatilità dei mercati azionari. Quando i tassi erano sotto zero, era difficile poter pensare di recuperare grazie ai bond le eventuali perdite registrate con le azioni. Ora invece non è più così. Nei prossimi mesi, è comunque probabile che la maggior parte dei rendimenti ottenuti con i bond deriverà prevalentemente dai flussi di cedole più che da una rivalutazione dei prezzi. Quest’ultimi già oggi riflettono gli scenari futuri sui tassi".
Che dire del settore azionario?
"I prezzi di mercato sono indubbiamente un po’ tirati, anche grazie alle performance di pochi titoli di aziende innovative che stanno però anche crescendo molto. In un’ottica di medio e lungo periodo, non dimentichiamoci che una sfida importante per chi gestisce i risparmi sarà battere l’inflazione, Per centrare tale obiettivo, avere una componente azionaria nel portafoglio è un elemento importantissimo".
Con l’aumento dei tassi e dei rendimenti dei titoli di stato, molti investitori sono tentati dal fai da te. Cosa ne pensa?
"Il fai da te funziona quando sui mercati tutto fila liscio. È quando le cose non vanno per il verso giusto che emerge l’importanza di affidarsi a una gestione professionale dei risparmi".