UNA POSIZIONE DI LEADERSHIP nel suo settore, un marchio molto apprezzato dai consumatori ma anche un bel po’ di debiti sulle spalle. Ecco, in sintesi, i tre fattori che hanno portato alla ristrutturazione di una storica azienda del made in Italy come Noberasco, noto produttore di frutta secca disidratata che, nelle scorse settimane, è uscita finalmente dalla crisi. Regista dell’operazione è stato iCCT-illimity Credit & Corporate Turnaround, fondo creato da illimity Sgr e specializzato proprio negli investimenti in piccole e medie imprese che hanno problemi di eccessivo indebitamento ma conservano un modello di business solido. In particolare, il fondo è specializzato nell’acquisto dalle banche di crediti deteriorati che, nel gergo degli addetti ai lavori sono classificati come Utp (unlikely to pay) e un tempo erano definiti “incagli“. Sono cioè esposizioni debitorie problematiche ma non in fase di sofferenza avanzata come quelle che nel settore bancario sono classificate invece con la sigla npl (non performing loan).
"Per acquisire i crediti, utilizziamo un sistema innovativo", dice Paola Tondelli (nella foto sopra), manager di illimity Sgr che ricopre la carica di head of Utp & Turnaround Funds e spiega: "chiediamo alle banche di cedere a noi le proprie posizioni creditizie e, nella maggior parte dei casi, in cambio assegniamo loro delle quote del nostro fondo". C’è dunque alla base una logica win win, vincente per entrambe le parti: gli istituti di credito alleggeriscono i loro bilanci da crediti problematici e ricevono come contropartita della “carta“ che ha un valore sul mercato e rappresenta un investimento potenzialmente redditizio. Il fondo, invece, evita di dover sborsare una somma di denaro cash, anche se comunque ha una dotazione di liquidità che usa all’occorrenza, per esempio quando la banca cedente preferisce il pagamento del credito “in contanti“. "Complessivamente", aggiunge Tondelli, "su Noberasco realizzeremo un investimento complessivo di circa 60 milioni di euro lordi, tra crediti acquisiti e nuovi prestiti erogati all’azienda". Oltre a rilevare le vecchie esposizioni debitorie, infatti, il fondo di illimity Sgr erogherà una nuova linea di finanziamento che servirà per portare avanti il piano di ristrutturazione di Noberasco. A fronte di un investimento di minoranza nell’equity della società, i gestori del fondo diventano parte attiva nella gestione delle aziende da ristrutturare, esprimono il loro parere nella nomina del top management e nominano rappresentanti di loro fiducia nel consiglio di amministrazione. "Non abbiamo necessariamente l’ambizione di acquisire la maggioranza delle società in fase di ristrutturazione", aggiunge ancora Tondelli, "ma ci sono casi in cui sono gli stessi imprenditori disposti a cedere il pacchetto di controllo dell’azienda, perché i loro successori non sono interessati a portare avanti il business di famiglia". Sono proprio le aziende familiari l’universo di riferimento delle operazioni messe in atto dal fondo di illimity Sgr, mentre non ci sono particolari preferenze per i settori industriali in cui sono presenti le imprese. "L’elemento per noi più importante è il modello di business e la sua forza", aggiunge Tondelli, "di solito investiamo in imprese che sono ancora leader nel loro settore, hanno un brand e prodotti riconosciuti e apprezzati ma una situazione finanziaria temporaneamente problematica, per ragioni straordinarie".
Nel caso di Noberasco, per esempio, il periodo di temporanea difficoltà è stato originato dai rilevanti investimenti fatti poco prima del triennio di grave crisi generale conseguente agli effetti combinati di pandemia e conflitti bellici. Eliminate queste criticità, però, la società ha tutte le carte in regola per tornare a macinare profitti. La gestione dei crediti Utp, come nel caso di Noberasco, sono un business relativamente nuovo ma che, secondo la view di illimity Sgr, ha oggi notevoli prospettive di crescita, per una serie di ragioni strutturali. Innanzitutto, le autorità che regolano il settore bancario sono sempre più attente alla qualità dei bilanci degli istituti di credito e alla presenza di eventuali sofferenze e incagli che possono essere ceduti sul mercato a operatori qualificati. Inoltre, la gestione del risparmio si sta indirizzando anche verso classi di investimento alternative come il cosiddetto private debt.
Con questa espressione, nel gergo finanziario si intende un ampio spettro di attività di investimento nei prestiti diretti alle imprese private, in alternativa agli asset più tradizionali come le azioni, le obbligazioni e i titoli di stato, normalmente scambiati su mercati regolamentati. Il private debt sembra dunque destinato nei prossimi anni ad attrarre sempre più capitali. Oltre al fondo iCCT, illimity Sgr ha creato altri prodotti di investimento alternativi. Nell’area del private debt esiste dal 2022 il fondo illimity Real Estate Credit, che investe in crediti deteriorati accompagnati da garanzie immobiliari. Poi c’è il fondo iSC - illimity Selective Credit, che investe in crediti alle piccole e medie imprese in bonis (cioè non deteriorati). Inoltre, la società ha avviato una fase di raccolta per la creazione di un altro fondo, illimity Capitale Rilancio, focalizzato su investimenti diretti in medie aziende Italiane (più di 50 milioni di fatturato) con elevato indebitamento ma prospettive di rilancio.