IL MATTONE RIMANE un rifugio sicuro per gli investimenti. Ma dopo il risveglio del mercato immobiliare con la ripresa post-Covid, l’aumento dei tassi sui mutui, la corsa dei prezzi e le incognite sul futuro dell’economia, hanno visto nel 2023 i primi segnali di rallentamento. L’Ufficio Studi Tecnocasa ha analizzato i dati diramati dall’Agenzia delle Entrate sui primi nove mesi dello scorso anno. Dati da cui emerge come in Italia sono state compravendute 507.879 abitazioni, con una diminuzione dell’11,8% rispetto allo stesso periodo del 2022. Considerando solo il terzo trimestre del 2023 in Italia sono state compravendute 157.024 abitazioni residenziali con una contrazione del 10,4%. È proseguita quindi nell’anno la diminuzione delle compravendite che conferma così il rallentamento del mercato immobiliare. Nei primi nove mesi i comuni non capoluogo hanno registrato una contrazione inferiore rispetto ai capoluoghi, rispettivamente con un meno 11,5% e un meno 12,7%. Nei primi nove mesi dell’anno, tra le grandi città italiane, spiccano i cali di Bari (-20,3%), Bologna (-19,3%) e Milano (-16,8%).
Male anche Firenze (-14,2%) e Roma (-15.5%). Il 2023 quindi, stima Tecnocasa, dovrebbe essersi chiuso con un numero totale di compravendite intorno a 680 mila unità. Al calo delle compravendite, guardando anche allo scenario del mercato immobiliare del 2024, è corrisposta anche una frenata dei prezzi. La prima parte del 2023, spiega Fabiana Megliola, responsabile dell’Ufficio studi del gruppo Tecnocasa, "ha visto un mercato immobiliare in sensibile rallentamento". E anche i prezzi hanno frenato la crescita limitata nelle grandi città a un più 0,6%. Addirittura a Firenze sono tornati in territorio negativo (-0,9%) mentre gli aumenti si sono limitati a un modesto 0,2% a Milano e 0,1% a Bologna.
Un po’ più alta la crescita delle valutazioni immobiliari a Roma (+0,7%) e, ancora di più, a Napoli con un rialzo dell’1,9%. Il rallentamento della crescita dell’economia italiana, il rialzo dei tassi operato a più riprese durante il 2023 dalla Banca centrale europea, la fiducia di imprese e famiglie non ancora del tutto consolidata segnalano quindi un ancora sostenuto desiderio d’acquisto della casa. Così, il 2023 non avrebbe registrato sul fronte dei prezzi una crescita al massimo del 2%.
A. Pe.