QUADRO MACROECONOMICO, inflazione, politica monetaria, vincoli di bilancio pubblico, certezza del diritto, innovazione tecnologica, finanza digitale, evoluzione dell’Unione bancaria e dei capitali, euro digitale e crescente impegno verso la sostenibilità sono alcuni dei fattori che stanno determinando – o in alcuni casi determineranno - discontinuità nel funzionamento e nello sviluppo dei mercati finanziari. L’incremento dei tassi di politica monetaria da parte della Bce, di straordinaria intensità ha avuto effetti significativi sui mercati finanziari e, quindi, sull’allocazione del risparmio. Per quanto riguarda le scelte dei risparmiatori italiani (famiglie), possiamo notare che tra il secondo trimestre del 2022 (prima dell’inizio dei rialzi dei tassi di interesse) e il terzo trimestre del 2023 (ultimo dato disponibile) l’incremento dei tassi ha determinato una forte riduzione della quota degli strumenti più liquidi, come contante e depositi a vista (-1,3 punti percentuali), degli investimenti azionari (-1,6 punti). D’altra parte, è aumentata la quota di depositi a tempo (+0,3 punti percentuali), la quota delle obbligazioni pubbliche (+2,2 punti), in particolare quelle a medio lungo termine (+1,7 punti), ed emesse da banche (+0,4 punti).
Dal punto di vista delle banche, è fortemente cresciuta la raccolta indiretta mentre la raccolta bancaria presso residenti ha iniziato dapprima a rallentare nel corso della seconda metà del 2022 e in seguito a ridursi a partire dall’inizio 2023 fino toccare un punto di minimo con un tasso di variazione annuale del -4,2% a luglio del 2023 ; in seguito è iniziato un processo di recupero che ha riportato in territorio positivo il tasso di crescita annuale ad inizio 2024 , segnando a febbraio 2024 un variazione annua dello 0,9%; in coerenza con il quadro di contesto, la variazione della raccolta è risultata diversificata tra la componente a vista, che a febbraio continuava a ridursi del 6% , mentre i depositi a tempo crescevano del 15,6% e le obbligazioni del 17,9% . Per quanto detto, tenuto anche conto della prospettiva futura di riduzione dei tassi di intervento da parte della Bce, la raccolta complessiva dovrebbe continuare a crescerà nel prossimo biennio. In termini di composizione della raccolta presso residenti non bancari, si dovrebbe registrare un assetto più equilibrato con una significativa crescita della raccolta obbligazionaria e dei depositi con durata prestabilita a scapito di una riduzione di incidenza della componente a vista. Gli aumenti di capitale nel settore bancario sono stati rilevanti. Dal 2007 al 2022 gli aumenti di capitale nel settore bancario, sottoscritti da soggetti privati, sono stati pari a 76 miliardi di euro. Aumenti consistenti si sono concentrati nel periodo post-crisi finanziaria internazionale, con aumenti pari a 38 miliardi di euro nel periodo 2007-2012. La contrazione dei prestiti bancari al settore privato mostra segnali di attenuazione: la riduzione guidata da fattori di domanda.
Le banche stanno cogliendo le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica e dalla trasformazione digitale per evolvere la propria offerta e rispondere alle aspettative dei clienti di ricevere servizi sempre più personalizzati e incentrati sui propri bisogni. La collaborazione con realtà innovative rappresenta un’opportunità per accelerare e rivedere il proprio modello di business. L’ultima rilevazione di Abi Lab, il Centro di ricerca e innovazione per la banca promosso dall’Associazione Bancaria Italiana guidata dal presidente Antonio Patuelli (nella foto), mostra la grande attenzione delle banche per l’innovazione: per la totalità delle realtà analizzate i budget per investimenti in tecnologia per il 2024 è in aumento o stabile rispetto al 2023, per il 62% dei rispondenti l’aumento rispetto al 2023 è superiore al 5%.
Ai primi posti delle priorità d’investimento del settore c’è il rafforzamento delle componenti di sicurezza, che per il mondo bancario rappresenta un’assoluta priorità di lavoro, anche in considerazione dei recenti cambiamenti nello scenario geopolitico, e i percorsi di modernizzazione e di adeguamento delle infrastrutture. Sul versante della ricerca e dello sviluppo, che indirizzerà gli investimenti futuri, i progetti considerati prioritari dalle banche riguardano, soprattutto, l’introduzione dell’intelligenza artificiale nei diversi possibili ambiti di applicazione (assistenza al cliente, miglioramento operativo, sviluppo commerciale, gestione dei rischi), l’evoluzione dei sistemi informatici a supporto degli obiettivi di sostenibilità e le iniziative per capitalizzare il potenziale dei dati. L’innovazione tecnologica sta aprendo scenari impensabili, come l’ingresso nel mercato finanziario delle grandi società tecnologiche, per lo più statunitensi, con reti potenti, capacità d’investimento quasi illimitate e archivi di dati di dimensioni planetarie. La sfida è tale che richiederebbe una visione strategica e un conseguente approccio legislativo equilibrato che promuova e sostenga l’innovazione europea mantenendo al contempo l’autonomia strategica, mentre negli ultimi cinque anni si sono accavallate in Europa una serie di norme tutte slegate fra loro. Nel campo generale della politica economica ci sono stati il Data Governance Act, il Digital Markets Act, il Data Act, il Financial Data Access Regulation; tre proposte hanno riguardato i sistemi di pagamento (pagamenti istantanei, PSD3 e PSR, corso legale delle banconote e monete in euro); altre quattro la sicurezza informatica e la resilienza. A questo punto è necessaria una pausa di riflessione per valutare insieme al mondo bancario se ci sono carenze, sovrapposizioni, interventi o omissioni eccessive e ridefinire di conseguenza il disegno generale.