Gli amministratori delle grandi aziende americane scrivono a Joe Biden e ai leader del Congresso mettendoli in guardia sulle “potenziali disastrose conseguenze” di un default.
Gli Stati Uniti rischiano infatti il default (fallimento) se il Congresso non approverà entro fine mese un aumento del tetto del debito pubblico. Una cosa “tecnicamente semplice” (basta una legge) ma che per contrapposizioni politiche potrebbe diventare maledettamente difficile.
In una lettera aperta, riportata da Cnn, gli amministratori delegati affermano che "non risolvere l'attuale impasse potrebbe facilmente tradursi in conseguenze ancora più negative. Anche se l'economia americana è forte, l'inflazione elevata ha creato stress sul sistema finanziario. Un default indebolirebbe la nostra posizione nel sistema finanziario mondiale”. La lettera è stata firmata anche dai ceo di Goldman Sachs, Morgan Stanley, del Nasdaq e di JetBlue.
"Si sta esaurendo il nostro tempo a disposizione: ogni giorno che il Congresso non agisce affrontiamo maggiori costi economici che potrebbero rallentare l'economia Usa". Così Janet Yellen ha lanciato un nuovo allarme sull'incombente rischio di un default degli Stati Uniti se non si raggiungerà un accordo per alzare il tetto del debito. "Le nostre stime più attuali sottolinea l'urgenza del momento: è essenziale che il Congresso agisca al più presto possibile", ha aggiunto, parlando alla Independent Community Bankers of America, la segretaria al Tesoro Usa che ha fatto riferimento al rischio che Washington possa dichiarare default già il primo giugno, in assenza di un aumento del tetto del debito. "La mia valutazione, e quella di una schiera di economisti, è che il default degli Stati Uniti provocherebbe una catastrofe economica e finanziaria", ha poi aggiunto Yellen, precisando che non solo invertirebbe tutti i progressi economici ma mettere il Paese al centro di "una tempesta finanziaria ed economica senza precedenti".