di Elena Comelli
Il processo di convergenza fra media e telecomunicazioni avanza dopo la sentenza della Corte di Giustizia Ue sull’annoso conflitto Mediaset-Vivendi che ha fatto correre il Biscione a Piazza Affari, con un balzo del 5,7% nella seduta di ieri. La bocciatura europea della legge Gasparri fa pensare al mercato che ora un accordo tra Berlusconi e Bolloré sia più facile, ma soprattutto che a questo punto potrebbero aprirsi nuove prospettive per una convergenza fra Mediaset e Tim.
"Mediaset, che in tutti questi anni è stata vincolata e penalizzata dal divieto, valuterà con il massimo interesse ogni nuova opportunità in materia di business Tlc già a partire dai recenti sviluppi di sistema sulla rete unica nazionale in fibra", hanno fatto immediatamente sapere da Cologno Monzese. "L’obiettivo potrebbe quindi essere Tim, ma non è chiaro come possa essere realizzata una convergenza fra le due società o se l’idea sia di creare del business integrato", scrivono gli analisti di Equita.
Mediaset non è l’unica a sognare una fusione fra reti e contenuti.
Il fantasma della convergenza tv-tlc di cui si è discusso per decenni è già realtà nell’era dello streaming e della internet tv. Grazie a un accordo di affitto della rete in fibra ottica di Open Fiber, ad esempio, Sky dall’anno scorso non è più solo il più importante gruppo italiano di pay tv ma è diventato qualcosa di simile a un operatore di telecomunicazioni retail, offrendo ai clienti un pacchetto all inclusive: rete internet, linea fissa e contenuti (sport, film, serie tv).
In questo modo, Sky è entrata di fatto in competizione con Vodafone e Tim. Così cambia il quadro, tanto che anche Tim si sta muovendo per allargare la propria offerta di contenuti. L’ex monopolista italiano, già da qualche mese, ha ampliato i suoi orizzonti ed ha scelto di impegnarsi con costanza anche nel settore dell’intrattenimento televisivo. Con le sue nuove offerte, Tim garantisce una duplice promozione, garantendo l’accesso ai contenuti di Netflix e a quelli di Sky. Secondo uno studio di ITMedia Consulting, entro il 2020 l’offerta televisiva trasmessa in banda larga e ultralarga in Italia raggiungerà 8,5 milioni di abitazioni (erano 3,8 l’anno scorso).
In questa prospettiva, i due ambiti (rete unica e frequenze televisive) inevitabilmente si coniugano tra loro e si sovrappongono. Sulla rete, infatti, potranno viaggiare i contenuti tv con una velocità e una qualità del segnale in forte concorrenza con quello del digitale terrestre, come in parte già avviene. I vari Sky, Tim, Netflix, Amazon, Disney sono da tempo infatti i diretti concorrenti dei broadcaster televisivi tradizionali e la smart tv è, di fatto, un potenziale diretto avversario del vecchio televisore, al quale per ora il grande pubblico resta ancorato.
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