Venerdì 9 Maggio 2025
Economia
BARBARA CALDEROLA
Economia

Culle vuote, Peg Perego arranca. Ad Arcore via il 40% del personale

Il colosso dei passeggini pronto ai tagli. L’allarme della Fiom-Cgil: "A marzo 2025 stop agli ammortizzatori"

La fabbrica di passeggini e seggioloni Peg Perego di Arcore, in Brianza

La fabbrica di passeggini e seggioloni Peg Perego di Arcore, in Brianza

ARCORE (Monza)

Culle vuote e concorrenza cinese fanno scricchiolare uno degli ultimi grandi nomi del Made in Italy rimasti sulla piazza e in salde mani nazionali: Peg Perego, il colosso di passeggini, carrozzine e giocattoli per la prima infanzia, corre verso l’ultimo taglio di personale dopo anni di emorragia. Stavolta gli esuberi nello storico stabilimento brianzolo di Arcore, alle porte di Monza, sono 104 su 263 dipendenti, "Il 40% del personale", sottolinea Adriana Geppert della Fiom-Cgil Brianza, che lancia l’allarme: "A marzo 2025 avremo esaurito tutta la dote possibile di ammortizzatori".

Prende così forma lo spettro dei licenziamenti, spinti da un costante calo di fatturato, l’ultimo, l’anno scorso, del 23%, l’ha inchiodato a quota 55 milioni di euro. Si avvicina l’epilogo di una crisi lunghissima che si trascina dal 2018, "il primo semestre 2024 è un altro periodo difficile e i lavoratori stanno in fabbrica al massimo 20 ore a settimana". In provincia c’è un tavolo per negoziare. "A settembre conteremo le uscite volontarie con incentivo all’esodo, poi bisognerà tirare le somme – dicono al quartier generale dei metalmeccanici –. Per invertire la rotta il gruppo acquisterà alcune lavorazioni proprio in Cina, il tentativo è di abbassare i costi per ridare linfa ai conti e all’occupazione".

I sindacati avevano proposto di diversificare "all’inizio avevamo puntato su prodotti per gli anziani, poi sul pet, animali domestici, un mercato che poteva avere sbocchi – racconta Geppert – secondo noi la conversione di parte delle linee era possibile, ma l’idea è stara respinta: rischiosa sempre per questione di prezzo secondo la proprietà fedele al core business tradizionale".

Fondata in città nel 1940 da Giuseppe Perego, ex disegnatore delle acciaierie Falck, in poco tempo Peg è diventata uno dei testimoni più importati dello stile italiano nel mondo anche grazie a una forte spinta all’innovazione. Fu la prima azienda nel Paese a utilizzare il tessuto gommato al posto della lamiera e dei vimini allora in uso per fare viaggiare i bambini. L’espansione dell’azienda seguì da vicino quella di una società giovane che, uscita dalla guerra, sospinta dalla scoperta di un benessere più diffuso, riprese a fare figli con fiducia nell’avvenire. Il picco delle nascite, fra il 1962 e il 1965, prima che i precoci venti di una crisi economica mai finita del tutto cominciassero a spirare, fecero da volano alle vendite.

Anche in questo caso, un mix magico di crescita e inventiva. Fu infatti sempre Perego a capire che passeggini, carrozzine e seggioloni erano prodotti stagionali, esattamente come il gelato: facili da vendere in primavera ed estate, difficili da piazzare nei mesi freddi. Per questo si inventò il settore dei giocattoli, capaci di fare business: macchinine e moto a batteria ricaricabili o a pedali vendute a tutte le latitudini. Prodotti che conobbero un nuovo boom negli anni ’80 e ’90. Oggi l’inverno demografico è anche quello dei prodotti per l’infanzia.