Giovedì 25 Aprile 2024

Crescono i consumi (e la produzione) di birra in italia. Tutti i numeri

Forte ripresa dei consumi sia di tipo industriale che artigianale

Due pinte di birra

Due pinte di birra

Roma, 16 febbraio 2023 - Una stagione estiva mai così calda e la riapertura generalizzata delle attività - dopo la fine delle restrizioni dovute alla pandemia - hanno senza dubbio favorito, nel 2022, la forte ripresa dei consumi di birra, sia di tipo industriale che artigianale. A beneficiarne sono stati soprattutto i consumi fuori casa, nel cosiddetto canale Ho.re.ca. (bar, ristoranti, pizzerie, etc).

I numeri del 2022

Secondo i dati di preconsuntivo, relativi appunto al 2022 e non ancora definitivi, in Italia il consumo di birra dovrebbe aver oltrepassato il primato di oltre 35 litri pro capite, per un totale di 2 miliardi di litri e un volume di fatturato dal valore di 9,5 miliardi di euro: numeri superiori, se confermati, a quelli del 2019. Anche nel 2021 il consumo era aumentato del 18,4%, ma quasi esclusivamente grazie agli acquisti domestici, che avevano in gran parte rimpiazzato quelli fuori casa. È stabile l’occupazione, con 5.200 addetti diretti, 16.500 indiretti e un indotto notevole (secondo le stime, nell’indotto sono occupate almeno 118mila persone).

Boom della birra artigianale

Il comparto della birra artigianale vede attivi, al 2022, 1085 microbirrifici (erano 756 nel 2020), che producono 448mila ettolitri: il 3,1% del totale della birra prodotta in Italia.

Come e quando si beve la birra

Oggi la birra è una bevanda quasi onnipresente (98%) nelle abitudini di consumo degli italiani che, per la maggioranza (73%), amano consumarla fuori casa e durante il pasto serale (78%). Ma la birra è anche una bevanda adatta ai diversi momenti della giornata: dopocena (36%), pranzo (29%), aperitivo (23%) o per una pausa estemporanea (17%) dallo studio o dal lavoro. Il 68% degli italiani consuma regolarmente birra. Di questi, l’11% tutti i giorni, il 43% 2/3 volte a settimana, il 31% 1 volta e il 25% 2/3 volte al mese. Il 3% meno di una volta al mese o mai.

Panoramica sul mercato italiano del beverage

Nel 2022 tutto il mercato del beverage fuori casa ha registrato una crescita significativa rispetto al 2021. I consumi sono aumentati del 28% e in valore del 43%, anche a fronte di un significativo aumento dei prezzi di vendita. Rispetto al 2019 i volumi sono ancora sotto del 2%, ma il valore è stato in crescita del 9,5%. Nel confronto con il 2021, calano i consumi fuori casa di acqua minerale, birra confezionata e the. Bene le bevande analcoliche che, nonostante un aumento dei prezzi in alcuni casi superiore al 50%, registrano un incremento delle vendite in volume del 3,4%, l’equivalente di 1,7 miliardi di unità. In particolare, le bevande sportive ed energetiche hanno registrato una crescita media del 9,7% fino ad agosto 2022, con le bibite gassate che hanno registrato un aumento dello 0,6%. Continua invece il calo della domanda di succhi e nettari di frutta, probabilmente per ragioni legate a dieta e dimagrimento. La riapertura di locali, pizzerie e bar ha fatto ripartire le vendite di vino nel canale Ho.re.ca., mentre sono diminuiti i consumi domestici. Nei primi sei mesi dell’anno, le vendite nella distribuzione organizzata sono diminuite del 6,6% rispetto al 2021, pur mantenendosi ancora del 10,3% in più sul 2019. Fuori casa, invece, le vendite sono aumentate del 32% nei primi tre trimestri del 2022. In crescita anche i consumi di spiriti lisci (+152%) e di cocktail alcolici (+40%). La ripresa ha riguardato, in particolare, i consumi serali.

Focus sul luppolo

Ingrediente indispensabile per conferire alla birra il tipico sapore amaro e favorirne la conservazione, il luppolo viene coltivato principalmente negli Usa. Secondo gli ultimi dati forniti dal Dipartimento dell’agricoltura statunitense, nel 2022 la produzione di questa preziosa infiorescenza è calata del 12%, favorendo quell’aumento generalizzato dei prezzi con cui quasi tutti i birrifici, nel mondo, hanno dovuto fare i conti. La drammatica contrazione produttiva – che ha spinto i media americani a parlare del ‘raccolto peggiore degli ultimi 25 anni’ – è dovuta alle condizioni meteorologiche particolarmente avverse, con una primavera fredda e umida e un’estate troppo calda. Questa situazione, associata a un’insorgenza di malattie e parassiti superiore alla media, ha ostacolato lo sviluppo delle piante, compromettendo il raccolto del 2022. In Europa non è andata meglio: secondo il sito web Appellation Beer, punto di riferimento per gli esperti del settore brassicolo, nel 2022 il raccolto europeo è calato di oltre il 15% rispetto alla media di lungo periodo. È per questa ragione che, negli Usa, sono allo studio alcune varietà sperimentali di luppolo, più resistenti ad agenti patogeni e cambiamenti climatici, da presentare al mercato nel prossimo futuro.

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