Alluvione, arriva il super commissario: sarà un tecnico, non un politico. Tempi certi per gli interventi

La bozza del decreto per la ricostruzione valido per tutte le catastrofi. Meloni: "Emilia-Romagna locomotiva d’Italia". Sei mesi per stilare un piano, la fase di emergenza potrà durare al massimo dieci anni

Roma, 27 maggio 2023 – Il governo vuole cambiare marcia sulla ricostruzione. E non solo quella dell’Emilia-Romagna che resta, comunque, in cima all’agenda delle cose da fare. Non a caso ieri la premier, Giorgia Meloni, ha sottolineato che è "doveroso non voltarsi dall’altra parte" anche perché le conseguenze sarebbero pesanti per l’intero Paese: "L’Emilia-Romagna è una locomotiva e se si ferma non possiamo mantenere i buoni parametri macroeconomici che stiamo vedendo". Come a dire: ne soffrirebbe l’intero Pil italiano.

La premier Giorgia Meloni, la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen e il governatore Stefano Bonaccini
La premier Giorgia Meloni, la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen e il governatore Stefano Bonaccini

Ma il nodo della ricostruzione esiste, eccome. Secondo le prime stime, serviranno non meno di 10 miliardi per riportare indietro le lancette della Regione a prima della drammatica alluvione. Il governo, però, guarda avanti. E sta lavorando a un decreto ad hoc, da approvare nel giro di qualche settimana, che rivoluziona l’intero processo della post-emergenza, sia sul fronte della ricostruzione pubblica sia di quello privata. Con regole e cronoprogrammi stringenti e una governance uniforme su tutto il territorio nazionale. Una riforma che potrebbe essere sperimentata per la prima volta proprio in Emilia-Romagna.

Ricostruzioni infinite

La bozza di provvedimento che Qn è in grado di anticipare, contiene 25 articoli divisi in tre sezioni. In primo luogo, subito dopo la fase più acuta dell’emergenza, Palazzo Chigi, d’intesa con le Regioni, può dichiarare lo "stato di ricostruzione di rilievo nazionale", che però avrà una durata ben definita: 5 anni prorogabili, al massimo, per altri 5. Stop, quindi, agli interventi infiniti. Cambia anche la governance dei processi. A guidare la macchina della ricostruzione ci sarà un "Commissario Straordinario di governo" individuato "tra soggetti dotati di professionalità specifica e competenza manageriale". Come a dire, una figura tecnica con un profilo molto diverso da quello che, ad esempio, potrebbe offrire il presidente della Regione Emilia-Romagna.

Il super commissario

Ma non basta. Il super commissario presiederà una Cabina di regia per la ricostruzione a Palazzo Chigi composta dal capo del dipartimento Casa Italia e di quello della Protezione civile, dai presidenti delle Regioni e delle Province autonome interessate, dal sindaco metropolitano, da un rappresentante delle Province dei Comuni interessati. Il Commissario avrà 6 mesi di tempo per adottare un piano pluriennale di interventi per le aree e gli edifici colpiti dalla catastrofe naturale che sarà adottato "di concerto con i ministri interessati e d’intesa con le Regioni interessate che si pronunciano entro il termine di trenta giorni dalla richiesta". Inoltre, per garantire la copertura del piano, si prevede la costituzione di un fondo ad hoc per la ricostruzione gestito direttamente da Palazzo Chigi.

Gli obblighi per i privati

Entro cinque mesi dalla deliberazione dello stato di ricostruzione di rilievo nazionale, i Comuni, assicurando un ampio coinvolgimento delle popolazioni interessate, approvano la pianificazione urbanistica connessa alla ricostruzione, predisponendo strumenti urbanistici attuativi, completi dei relativi piani finanziari, al fine di programmare in maniera integrata tutti gli interventi di ricostruzione e ripristino. A questo punto entrano in scena i proprietari privati che, entro 30 giorni dall’invito del super-commissario, dovranno costituirsi in consorzio obbligatorio per eseguire gli interventi sui rispettivi edifici. I contributi andranno richiesti direttamente al Comune mentre al commissario spetteranno i controlli sulla legittimità delle erogazioni. Gli amministratori di condominio, i rappresentanti dei consorzi avranno poteri ma anche responsabilità in quanto "incaricati di pubblico servizio" con tutte le conseguenze dal punto di vista penale.

La centrale unica

Novità consistenti anche per la ricostruzione degli edifici pubblici. Viene istituita una "conferenza permanente" che di fatto sostituirà gli attuali organismi che decidono sulla realizzazione delle opere. Inoltre gli enti e le istituzioni coinvolte nel processo potranno avvalersi di una "centrale unica di committenza", anche in questo caso con l’obiettivo di semplificare e accelerare le opere. I piani dovranno essere approvati entro 8 mesi dalla nomina del Commissario per la Ricostruzione.

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