Mercoledì 24 Aprile 2024

Caldaie a gas vietate dal 2029? Il piano RepowerEu. In Italia da cambiare in 9 case su 10

I produttori di Assotermica: “No al divieto di commercializzazione, sì ad un approccio multi-tecnologico e multi-energetico”

Sulla riduzione delle emissioni inquinanti e la decarbonizzazione tutti d'accordo. Meno, invece, sulla volontà dell'Unione europea di abbandonare gradualmente le caldaie a gas, con il loro declassamento a partire dal 2025, fino allo stop a qualsiasi tipo di incentivo e al divieto di venderle dal 2029.

Il futuro deel caldaie a gas
Il futuro deel caldaie a gas

Il RepowerEu, cos'è

A dirlo non una legge, ma un testo che rientra nel RepowerEu della Commissione europea, il piano per rendere i paesi Ue indipendenti dai combustibili fossili provenienti dalla Russia entro, al massimo, l'anno 2027.

Sop alle caldaie a gas? Le alternative

Contestualmente all'abbandono delle caldaie a gas, il piano prevede il raddoppio della diffusione di pompe di calore (10 milioni di pompe di calore installate nei prossimi cinque anni e 30 milioni al 2030, che vedono l’Italia diventare uno dei mercati più importanti) e un’accelerazione nella distribuzione del gas rinnovabile.

Favorevoli e contrari

Una prospettiva, quella di mettere al bando le caldaie a combustibili fossili autonome, che trova contrarie Anima Confindustria e le sue associazioni federate Assoclima, cioè l'Associazione dei costruttori di sistemi di climatizzazione, e Assotermica, l'Associazione dei produttori di apparecchi e componenti per impianti termici.

Caldaie a gas in 9 case su 10

Oggi circa l'85 per cento delle abitazioni è riscaldata proprio con impianto a gas, per un totale di circa 17 milioni di caldaie. Così, mentre l'idea di superare il loro utilizzo inizia a diffondersi in maniera trasversale anche tra i decisori politici, la strada verso l'abbandono delle caldaie a gas e il loro declassamento nelle etichette sulla performance energetica è ancora lunga e qualcosa – per esempio il divieto di commercializzazione – potrebbe cambiare. D'altra parte, la Commissione europea sta ancora elaborando il testo.

La posizione di Assotermica

"Chiariamo – sottolinea Alberto Montanini, presidente di Assotermica - che siamo in una fase d’indirizzo e ci dovranno essere ulteriori passaggi istituzionali, per cui molte cose potranno ancora cambiare. Poi, certamente, la riduzione delle emissioni è una priorità per tutti, ma per farlo realmente e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione riteniamo che si debba abbracciare un approccio multi-tecnologico e multi-energetico.

Caldaie a gas e idrogeno

Il principio di diversificazione delle fonti di approvvigionamento deve trovare riscontro in un’analoga valorizzazione delle tecnologie che concorrono agli obiettivi di decarbonizzazione”. “Per questo motivo - evidenzia - rigettiamo un approccio ideologico che vieti indiscriminatamente l’immissione sul mercato degli apparecchi a gas senza considerare che vi sono interi comparti industriali che hanno lavorato e stanno tuttora lavorando intensamente allo sviluppo di tecnologie 'green gas ready', ovvero pronte a funzionare con miscele crescenti di biocombustibili e idrogeno”. Si tratta di apparecchi ibridi, pronti, o quasi, per essere immessi sul mercato che potrebbero così contribuire alla decarbonizzazione e alla riduzione di emissioni inquinanti. Già oggi, ad esempio, le caldaie a condensazione possono garantire prestazioni ottimali con il biometano e, non appena sarà possibile, con l'idrogeno pulito e già nel 2020 – dati Enea – hanno contribuito al raggiungimento di oltre il 37 per cento dei risparmi energetici conseguiti sul totale degli interventi soggetti all'Ecobonus.

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