C’era una volta l’austerity. Ovvero i tempi in cui le tensioni geopolitiche nel Medio Oriente facevano impennare il prezzo del petrolio e costringevano gli automobilisti al salasso del pieno. Oggi i mercati rispondono a logiche diverse: nonostante i venti di guerra fra Israele e Iran, infatti, le quotazioni del greggio sono scese ai minimi degli ultimi otto mesi, confezionando un gradito e inatteso regalo per chi fa benzina.
I timori di una recessione negli Usa, il principale consumatore di petrolio al mondo, stanno calmierando i prezzi internazionali dell’oro nero, che risentono anche della scarsa domanda e dell’aumento delle scorte, accentuato anche ieri in apertura di contrattazioni con il Wti che quotava 72,78 dollari al barile, in calo dell’1,01%, mentre il Brent era a 76,11 dollari (-0,91%). Di conseguenza continuano a scendere i prezzi dei prodotti petroliferi raffinati.
"Rispetto allo stesso periodo del 2023 – afferma il Codacons – la benzina al self service costa in media il 4,6% in meno, con un risparmio di 4,40 euro a pieno, mentre il gasolio è sceso nel primo weekend di agosto del 4,2% sull’anno scorso. Se però si analizza l’andamento sulla rete autostradale, i vantaggi per gli automobilisti si assottigliano".
Vantaggi che addirittura si annullano se si considerano i costi dell’Rc Auto che, secondo un’elaborazione di dati Istat di Segugio.it, hanno iniziato a crescere vertiginosamente a inizio 2023, toccando un picco storico a giugno 2024. L’indice, il cui valore era stato fissato a 100 nel giugno 2003, ha raggiunto un valore di 136,3, superando nettamente il precedente massimo di fine 2012 di 133,9. A questo si aggiunge il caro-autostrade: 175,6 euro di pedaggio, valuta Assoutenti, per andare da Torino a Palermo.
Andrea Ropa