Lunedì 4 Novembre 2024
ANDREA BONZI
Economia

Banche, che cos'è il bail in. Rischi e precedenti

In vigore dallo scorso 1 gennaio, un anticipo del meccanismo si è visto con il salvataggio di Banca Etruria, Carichieti, Carife e Banca Marche.

Palazzo Koch, sede della Banca d'Italia

Palazzo Koch, sede della Banca d'Italia

Roma, 19 gennaio 2016 - Il bail in - letteralmente 'cauzione interna' - è il cuore della normativa sul risparmio entrata in vigore lo scorso 1° gennaio nei Paesi aderenti all'Unione europea. Si basa sul concetto che, per il salvataggio di una banca, a pagare debbano essere in primo luogo gli azionisti dell'istituto stesso, senza ricorrere ad aiuti esterni, di un'altra società o, in particolare,  dello Stato (in questo caso ci troveremmo di fronte a un bail out). L'obiettivo della direttiva Brrd, acronimo che sta per Bank Recovery and Resolution Directive, è quello di evitare altri salassi pubblici come nel caso dell'Abn Amro e di alcuni istituti tedeschi, travolti dalla crisi dei mutui subprime e rimasti in vita grazie a pesanti iniezioni di denaro pubblico. Sulle procedure vigileranno la Banca centrale europea (Bce) e, entro i nostri confini, Bankitalia e Consob

IL PRECEDENTE - Un anticipo di questo meccanismo in Italia si è visto con il salvataggio delle quattro banche commissariate: Banca Etruria, Carichieti, Carife e Banca Marche. Con la differenza che, in questo caso, il governo ha messo a disposizione un paracadute da 100 milioni di euro per i risparmiatori, e gli istituti -diventante good bank - si sono rimesse in piedi  grazie ai soldi anticipati dal Fondo interbancario e dal prestito concesso dalle banche più grosse. In tutto, una manovra da quasi 4 miliardi di euro. 

CHI RISCHIA - Dunque, chi rischia davvero con il bail in? In prima linea ci sono gli azionisti che, come nel caso dei quattro istituti salvati di recente, vedranno azzerato il valore delle proprie azioni. Se la cifra non è sufficiente, si andrà ad agire sulle 'azioni di risparmio' e sulle obbligazioni convertibili in azioni emesse dall'istituto bancario in crisi. Al terzo gradino di rischio, troviamo i «titoli subordinati senza garanzia», ovvero quelle obbligazioni subordinate diventate tristemente famose con il crac delle quattro banche. E poi ancora alle altre obbligazioni non garantite, tra cui quelle 'senior insecured'.

CHI E' TUTELATO - E i correntisti cosa rischiano? Quelli con conti inferiori ai 100mila euro nulla. Questi risparmi, infatti, vengono comunque coperti dal Fondo di garanzia dei depositi (la cifra sale a 200mila se il conto è cointestato). La cosa vale anche per le piccole e medie imprese. Ci si può rifare sull'impresa o la persona fisica più ricca, invece, cioè con un conto di oltre 100mila euro, ma solo per la parte eccedente quella somma. Salve anche le obbligazioni bancarie garantite (ad esempio i covered bond), i titoli depositati in un conto titoli (se non sono stati emessi dalla banca coinvolta nel bail-in);  le disponibilità dei clienti custodite presso la banca, come il contenuto delle cassette di sicurezza; i debiti della banca verso dipendenti, fornitori, fisco ed enti previdenziali ovvero quanto riguarda retribuzioni, prestazioni pensionistiche e servizi essenziali per il funzionamento della banca. 

Per qualsiasi altro dubbio, sul sito dell'Associazione bancaria italiana (www.abi.it) c'è una guida alle nuove norme sul risparmio con dieci domande e altrettante risposte sul tema.