Venerdì 3 Maggio 2024

Aumenti in busta paga, chi risparmia di più sulle tasse con nuova Irpef e bonus. Ecco le simulazioni

Cambiano gli importi netti con la legge di bilancio e i decreti attuativi della delega fiscale. I benefici saranno avvertiti soprattutto da chi supera il reddito di 28mila euro, fino alla soglia dei 50mila. Quanto incide il bonus mamma sul cedolino delle lavoratrici

Roma, 3 aprile 2024 – La riforma dell’Irpef, le nuove aliquote, la flat tax. Ma anche i nuovi bonus, le detrazioni e il cuneo fiscale: sono tante le novità in busta paga scattate con l’ultima legge di bilancio e con i decreti in attuazione della delega fiscale varati dal governo. Abbiamo cercato di far qualche conto in tasca ai lavoratori dipendenti alla luce delle novità fiscali, per capire chi guadagna e chi perde. Le simulazioni sono a cura dell'Ufficio Studi dell'Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili presieduta da Francesco Cataldi.

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Le novità

“Il nuovo sistema di imposizione Irpef per l’anno 2024 si fonda di fatto su una riduzione della progressività di imposta riducendo il numero di scaglioni reddituali e le aliquote percentuali ad essi abbinati – spiega Massimiliano Dell’Unto, consigliere nazionale dell’Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili  –  La modifica significativa consiste nella riduzione di imposizione di 2 punti percentuali nella fascia di reddito tra i 15000 e di 28000 euro che nel 2023 pagava il 25% mentre nel 2024 pagherà il 23%. Considerando che il reddito medio dei lavoratori dipendenti del settore privato si aggira intorno ai 24.000 euro (fonte Osservatorio INPS sui dati dell’anno 2022 elaborati a dicembre 2023), il beneficio sarà avvertito parzialmente. Se consideriamo che il reddito medio delle lavoratrici è di circa 20.378, il beneficio fiscale è ancora più ridotto per la popolazione femminile”.

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Chi guadagna di più

Il risparmio di imposta è massimo per i soggetti che raggiungono o superano un reddito annuo di 28000 euro (260 euro annui), fino alla soglia dei 50mila euro, considerando anche l’effetto degli sconti sui contributi previdenziali e le detrazioni. Per quelli con redditi di lavoro dipendente al di sotto dei 15.000 euro il sistema di agevolazione è stato basato non tanto sulla riduzione di aliquota ma sul più complesso sistema di detrazioni grazie al quale nel 2024 la no tax area è aumentata a 8.500 euro. In particolare, secondo le simulazioni, il vantaggio in busta paga per un lavoratore dipendente singolo varia dai 64 euro all’anno per un reddito di 20mila euro fino a 245 euro per un reddito di 30mila euro. Per uno stipendio lordo annuo di 55mila euro si pagheranno meno imposte per 260 euro. Vantaggi più consistenti per i nuclei familiari. Una lavoratrice con 2 figli di cui il più piccolo con meno di 10 anni avrà un incremento netto fino a 2000 euro all’anno con un reddito di 55mila euro.Per uno stipendio lordo annuo di 20mila euro l’incremento di reddito sarà di 1311 euro. Importanti anche i vantaggi per gli apprendisti, sempre a patto che abbiano figli a carico. Infatti, “la riduzione del cuneo tra retribuzione lorda e netta ha nel 2024 una nuova importante leva, questa volta di tipo contributivo e non fiscale – aggiunge dell’Unto –. Per le lavoratrici madri con contratto a tempo indeterminato e con almeno 2 figli di cui il più piccolo con età non superiore a 10 anni, è previsto l’esonero dal pagamento della contribuzione Inps trattenuta in busta paga. Tale esonero ha il limite massimo di 3000 euro annui”.

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Lo sconto sui contributi per le madri

L’esonero dal versamento dei contributi impatta in maniera importante sul prelievo fiscale che di fatto aumenta in quanto la contribuzione INPS non pagata dal lavoratore non è più onere deducibile dal reddito lordo. L’importo dell’esonero è comunque idoneo ad assorbire l’aumento di trattenuta fiscale e quindi la retribuzione netta beneficia di un incremento. “E’ importante comprendere che tale aumento per la lavoratrice madre non sarà pari ai 3.000 euro annui previsti di esonero Inps. Anche nel caso di questo “bonus”, i soggetti che massimizzano il vantaggio sono quelli con reddito superiore ai 30.000 euro annui”, conclude Dell’Unto.

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