Sabato 27 Luglio 2024

Perché Apple ha preso una multa da 1,8 miliardi di euro dalla Ue. Il ruolo di Spotify

La maxi sanzione è stata comminata dalla Commissione antitrust europea per i servizi di streaming musicale. Il Colosso di Cupertino ha già annunciato che farà appello

Bruxelles, 4 marzo 2024 – L'Antitrust Ue ha deciso di comminare una multa record da 1,8 miliardi di euro ad Apple per violazioni alle regole sulla concorrenza con i servizi di streaming musicale.

Margrethe Vestager, Commissaria alla concorrenza della Ue
Margrethe Vestager, Commissaria alla concorrenza della Ue

La multa di 1,8 miliardi a Apple

La Commissione ha multato Apple per oltre 1,8 miliardi di euro per aver attuato “regole abusive” sull'App Store per i fornitori di streaming musicale.

Le restrizioni agli sviluppatori

Per Bruxelles la società ha abusato della sua posizione dominante nel mercato della distribuzione di app di streaming musicale agli utenti iPhone e iPad (utenti iOS) attraverso il suo App Store. In particolare, la Commissione ha riscontrato che Apple applicava restrizioni agli sviluppatori di app impedendo loro di informare gli utenti iOS sui servizi di abbonamento musicale alternativi e più economici disponibili al di fuori dell'app.

Ciò è illegale secondo le norme antitrust della Ue.

Come è stato deciso il valore della multa

Nel fissare l'importo dell'ammenda, la Commissione ha tenuto conto della durata e della gravità dell'infrazione oltreché del fatturato totale e della capitalizzazione di mercato di Apple. E ha inoltre tenuto conto del fatto che Apple “ha fornito informazioni errate nell'ambito del procedimento amministrativo”.

La somma forfettaria

Inoltre, la Commissione ha deciso di aggiungere all'importo di base dell'ammenda un'ulteriore somma forfettaria di 1,8 miliardi di euro per garantire che l'ammenda complessiva inflitta ad Apple sia sufficientemente deterrente.  Tale sanzione forfettaria, indica Bruxelles, “era necessaria in questo caso perché una parte significativa del danno causato dalla violazione consiste in un danno non monetario, che non può essere adeguatamente contabilizzato secondo la metodologia basata sulle entrate, come stabilito negli orientamenti della Commissione sulle ammende del 2006”.

Valore dissuasivo

Inoltre, “l'ammenda deve essere sufficiente a dissuadere Apple dal ripetere l'infrazione attuale o simile; e per dissuadere altre società di dimensioni simili e con risorse simili dal commettere la stessa o simile violazione”.

In conclusione, la Commissione dice che l'importo totale della sanzione di oltre 1,8 miliardi di euro “è proporzionato ai ricavi globali di Apple ed è necessario per ottenere un effetto deterrente”. Inoltre ha ordinato ad Apple di eliminare le disposizioni in questione e di astenersi dal ripetere l'infrazione o dall'adottare in futuro pratiche aventi oggetto o effetto equivalente. Quella di oggi è una delle multe più alte comminate dalla Ue.

La commissaria Vestager

La commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager afferma che “per un decennio Apple ha abusato della propria posizione dominante nel mercato della distribuzione di app di streaming musicale attraverso l'App Store. Lo ha fatto impedendo agli sviluppatori di informare i consumatori sui servizi musicali alternativi e più economici disponibili al di fuori dell'ecosistema Apple”.

“Apple è attualmente l'unico fornitore di un'App Store in cui gli sviluppatori possono distribuire le loro app agli utenti iOS in tutto lo Spazio economico europeo.

Apple controlla ogni aspetto dell'esperienza utente iOS e stabilisce i termini e le condizioni che gli sviluppatori devono rispettare per essere presenti sull'App Store ed essere in grado di raggiungere gli utenti iOS.

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"Vietate” app di streaming musicale più economiche

Dall'indagine della Commissione è emerso che Apple, indica Bruxelles, “vieta agli sviluppatori di app di streaming musicale di informare in modo completo gli utenti iOS sui servizi di abbonamento musicale alternativi e più economici disponibili al di fuori dell'app e di fornire istruzioni su come abbonarsi a tali offerte”. In particolare, le disposizioni vietano:

  • agli sviluppatori di app di informare gli utenti iOS all'interno delle loro app sui prezzi delle offerte di abbonamento disponibili su Internet al di fuori dell'app
  • informare gli utenti iOS all'interno delle loro app sulle differenze di prezzo tra gli abbonamenti in-app venduti tramite il meccanismo di acquisto in-app di Apple e quelli disponibili altrove
  • includere collegamenti nelle loro app che indirizzano gli utenti iOS al sito Web dello sviluppatore dell'app su cui è possibile acquistare abbonamenti alternativi.

Agli sviluppatori di app è stato inoltre impedito di contattare i propri utenti appena acquisiti, ad esempio tramite e-mail, per informarli sulle opzioni di prezzo alternative dopo aver creato un account.

La decisione di oggi conclude che le disposizioni “anti-sterzo” di Apple costituiscono condizioni commerciali sleali, non sono né necessarie né proporzionate per la tutela degli interessi commerciali di Apple in relazione all'App Store sui dispositivi mobili intelligenti di Apple e influiscono negativamente sugli interessi degli utenti iOS, che non possono prendere decisioni informate ed efficaci su dove e come acquistare abbonamenti allo streaming musicale da utilizzare sul proprio dispositivo.

Il danno economico agli utenti

Sostiene la Commissione che il comportamento di Apple, durato quasi dieci anni, “potrebbe aver portato molti utenti iOS a pagare prezzi significativamente più alti per gli abbonamenti in streaming musicale a causa delle elevate commissioni imposte da Apple agli sviluppatori e trasferite ai consumatori sotto forma di prezzi di abbonamento più elevati per gli sviluppatori. stesso servizio sull' Apple App Store”. Inoltre, le disposizioni di Apple “hanno comportato un danno non monetario sotto forma di un'esperienza utente degradata: gli utenti iOS hanno dovuto impegnarsi in una ricerca complicata prima di trovare offerte pertinenti al di fuori dell'app, oppure non si sono mai abbonati a nessuna servizio perché non hanno trovato quello giusto da soli”.

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La replica di Apple

Apple ha replicato all`annuncio della Commissione europea, di una maxi multa (1,8 miliardi di euro) per abuso di posizione dominante sulle app di streaming musicale per dispositivi mobili, affermando che è stata decisa "non nonostante l'assenza di qualunque prova credibile di danno ai consumatori". E con un lungo e circostanziato comunicato, in cui evidenzia come alla base della procedura Ue vi siano state iniziative da parte di Spotify, il gruppo svedese di streaming musicale che controlla la principale app su questi servizi, annuncia ricorso contro la decisione. "Apple presenterà appello", si legge.

Il ruolo di Spotify

La principale azienda che ha chiesto alla Commissione Europea di intervenire su Apple è la svedese Spotify, i cui rappresentanti "si sono incontrati con l'esecutivo Ue oltre 65 volte durante l'indagine" che ha portato alla multa da 1,8 miliardi di euro inflitta oggi alla casa di Cupertino per abuso di posizione dominante nel mercato dello streaming musicale.

Lo evidenzia Apple, in una nota. Spotify, specifica Apple, ha oggi una quota di mercato del "56%" in Europa nello streaming musicale, "più del doppio" del secondo competitor e "non paga nulla ad Apple per i servizi che l'hanno aiutata a diventare uno dei marchi più riconoscibili del mondo. Gran parte del loro successo è dovuto all'App Store, insieme a tutti gli strumenti e la tecnologia che Spotify utilizza per costruire, aggiornare e condividere la propria app con gli utenti Apple in tutto il mondo".

L'app di Spotify è stata "scaricata, riscaricata e aggiornata oltre 119 miliardi di volte su dispositivi Apple", aggiunge la multinazionale, elencando i diversi altri modi in cui Apple contribuisce al successo di Spotify.