Venerdì 8 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Cronaca

Zelensky a Londra e Parigi "Il male perderà, dateci i jet" E oggi vede Meloni a Bruxelles

Il presidente ucraino a Downing Street e da Re Carlo: "Sconfiggeremo la Russia, è inevitabile" . Faccia a faccia con la premier, il ministro Tajani: "Non è vero che l’Italia è stata esclusa"

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di Alessandro Farruggia

Zelensky, incrollabile nella sua determinazione, vuole vincere la guerra ("Sappiamo che la libertà vincerà, sappiamo che la Russia perderà e sappiamo che la nostra vittoria cambierà il mondo") ma è anche conscio che i ritardi nel fornire aiuti militare adeguati la prolungheranno e per questo conta di avere entro fine aprile-maggio gli aerei che gli servono per la pianificata offensiva di maggio-giugno che seguirà all’attesa offensiva russa che dovrebbe concretizzarsi tra fine febbraio e fine marzo. Per questo ieri il presidente ucraino è volato a sorpresa a Londra per incontrare il premier Rishi Sunak e poi, in serata, a Parigi per l’incontro con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz mentre oggi sarà a Bruxelles per incontrare il Consiglio Europeo. Ma visto da palazzo Chigi questo viaggio di Zelensky – e non per colpa del presidente ucraino – si è tradotto in una ennesima marginalizzazione dell’Italia, vista ancora come junior partner dall’asse Parigi-Berlino. Otto mesi fa Macron e Scholz si recarono in Ucraina assieme all’allora premier Mario Draghi, adesso fanno da soli.

E non è un caso. L’episodio è il terzo della serie, quest’anno. Il 25 gennaio la Casa Bianca organizzò un vertice telefonico con Sunak, Macron e Scholz, escludendo l’Italia. Meloni venne inserita solo dopo le immediate rimostranze della Farnesina. Ma il problema – secondo episodio – c’è anche su questo lato dell’Atlantico, come si è visto con la missione del ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, e l’omologo tedesco Robert Habeck che sono volati a Washington per rispondere all’Inflation Reduction Act (Ira) degli Usa visto come protezionista. Hanno ottenuto solo vaghe promesse. Ma hanno agito di concerto, escludendo ancora una volta l’Italia.

Da qui l’ira di Giorgia Meloni, che su Ucraina e politiche industriali europee si sente messa ai margini dal direttorio europeo. L’esclusione ha nuovamente innescato una protesta che in un vorticoso giro di telefonate ieri ha prodotto, per compensazione, un incontro Zelensky-Meloni. Il faccia a faccia, in vista della visita a Kiev prima del 24 febbraio, è previsto a margine del Consiglio Europeo. Ma comunque dopo gli incontri con Sunak e Macron-Scholz. "Non c’è nessuna esclusione – si è difeso il ministro degli Esteri Antonio Tajani –. Meloni avrà un faccia a faccia a Bruxelles con Zelensky anche per discutere di ricostruzione dell’Ucraina dopo il conflitto". Una impostazione a lungo termine (dato che la guerra al momento non ha prospettive di fine a breve) determinata anche dal fatto che non abbiamo da mettere sulla bilancia i tank e gli aerei che Zelensky chiede.

Al Consiglio europeo Zelensky ringrazia l’Europa per il sostegno ricevuto e chiederà ai leader di supportare ancora l’Ucraina, anche con l’invio di nuove armi. Quanto alla richiesta di Kiev, sostenuta da un gruppo di Stati, quali la Polonia, di avviare i negoziati di adesione all’UE entro la fine del 2023 è quasi certo che non sarà nessuna fuga in avanti.

Certo è che il viaggio di Zelensky a Londra è andato ragionevolmente bene. "Sono qui per dirvi grazie", ha esordito a voce piena Zelensky intervenendo dinanzi al Parlamento del Regno – dopo essere stato accolto da Sunak al numero 10 di Downing Street e prima di una calorosa udienza a Buckingham Palace con Re Carlo III. "In Gran Bretagna il re è un pilota – ha detto Zelensky – mentre in Ucraina ogni pilota è un re, perché sono così rari e preziosi". Il volto dell’Ucraina ha poi avvertito che "per la vittoria sul campo quest’anno io vi domando, e domando al mondo, aerei da combattimento per l’Ucraina: ali per la libertà". La Gran Bretagna è disponibile, ma non ha i caccia giusti, la Francia non lo esclude e così Olanda e Polonia, la Germania è contraria, così, per adesso gli Stati Uniti. Zelensky ha incassato che i suoi piloti inizino da subito l’addestramento in Gran Bretagna, ma non si sa ancora su che macchine. L’impressione è che di qui a maggio – magari in occasione dell’offensiva russa a fine febbraio – il via libera per un paio di squadriglie di aerei arriverà, ma l’addestramento va iniziato almeno 10 settimane prima. Da qui l’urgenza di Zelensky a far presto.