Martedì 7 Maggio 2024

Trovato il corpo di Mattia, l'urlo della madre: "Voglio una tomba su cui piangerlo"

Il bambino è stato ritrovato senza vita immerso nel fango sotto un albero. Nessuna traccia dell’ultima dispersa

Trecastelli (Ancona), 24 settembre 2022 - Se avesse potuto, Mattia Luconi avrebbe percorso ben volentieri quel tratto lungo fiume, da Barbara a Passo Ripe, in sella al motorino di papà Tiziano. E invece l’ultimo viaggio del piccolo, iniziato giovedì 15 settembre alle 20.30 nella frazione di Ripalta e terminato ieri alle 15.30 a Trecastelli, non prevedeva un due ruote, la spensieratezza, l’affetto e la solarità che esibiva scaldando il cuore degli altri. Piuttosto un percorso di oltre 13 chilometri, solo e indifeso, tra le grinfie del fiume Nevola.

Un fiume spesso tranquillo, ma rivelatosi iracondo e letale, in un amen, quando l’onda di piena ha travolto il piccolo e lo ha trascinato a valle. Uno tsunami che lo ha strappato con prepotenza dalle braccia della madre, la farmacista 42enne Maria Silvia Mereu, e ne ha spento senza pietà i sogni. Ad appena otto anni. "Se non altro voglio una tomba su cui piangerlo – aveva detto la donna solo poche ore prima del ritrovamenteo –, per riabbracciarlo, Tutta Italia bramava di rivedere almeno un’altra volta il sorriso vispo e contagioso di Mattia. Sperava in un miracolo. In realtà il destino, quella notte, aveva già ordito piani maligni e si è voltato dalla parte opposta.

Il corpicino, mascherato dal fango, è stato ritrovato a 48 ore dalle dimissioni dall’ospedale della mamma. Che da allora era stata sempre lì, in contrada Coste a Barbara accanto ai parenti, a fissare le lamiere della sua auto nel terreno dell’azienda agricola Patti Vanocci. Lì dove ha perso di vista suo figlio, trascinato via dalla furia della corrente. È rimasta lì, immobile e pacata. A vegliare. A osservare quel fiume tornato silenzioso e mite. A pregare che gli restituisse il suo Mattia. Che invece era riverso in un campo più a sud e chissà da quanti giorni. Indosso aveva la maglietta gialla e verde, intrisa di fango, con la quale migliaia di italiani l’hanno conosciuto. Era sotto a un albero, nel terreno di fronte ad un asilo di campagna nel comune di Trecastelli, a 150 metri dal greto del fiume. Tra piante secolari spezzate come fuscelli e quintali di melma. Lo ha individuato una dipendente della struttura, che subito ha chiamato il proprietario per la segnalazione. "Non ci sono parole, solo disperazione", la sua voce rotta dalla commozione. Di lì la chiamata ai carabinieri della Compagnia di Senigallia, per avvisare la famiglia del piccolo Mattia. Maria Silvia e Tiziano non si sono recati sul posto in via Santissima Trinità 44. Sono rimasti nelle rispettive case, composti e racchiusi in un dolore indescrivibile, straziante, che è di tutti.

Forse un dolore previsto da quella sera, ma troppo pesante da sopportare quando la notizia è arrivata. Un tragico epilogo di una vicenda che ha tenuto col fiato sospeso e fa interrogare sul senso della vita. O meglio, delle vite: dodici. Quelle spezzate dall’alluvione delle Marche, che ha portato morte e distruzione, e ancora annovera tra i dispersi la signora Brunella Chiù, 56 anni. Vissuti di persone cancellati dall’esondazione, storie che s’intrecciano nella disperazione. Mattia, come la figlia 17enne di Brunella, Noemi Bartolucci, trovata deceduta a Corinaldo e anche lei in un campo arato.

Per il piccolo di 8 anni, ora, dovranno essere espletate le procedure di identificazione, per avere certezza del riconoscimento. Poi seguirà l’esame del dna e l’autopsia già disposta dalla Procura di Ancona, che sarà eseguita nei prossimi giorni. Ma almeno i suoi genitori avranno una tomba dove piangerlo, un luogo dove ricordarlo per sempre. Un po’ come farà tutta l’Italia, perché nessuno potrà mai dimenticarsi del piccolo Mattia Luconi. Quel bambino allegro e felice, con una gran voglia di vivere nonostante le difficoltà, e che invece il fiume ha spento in un ultimo viaggio drammatico.