Prima l’Austria. Poi l’Olanda. Ora il Belgio. Vienna, Rotterdam, Bruxelles. Il weekend appena trascorso segna un salto di aggressività nella violenza delle manifestazioni No vax. I nemici dei vaccini rispondono al ritorno di misure d’emergenza e di restrizione della mobilità – per combattere la diffusione dei contagi – alzando il livello della scontro nelle piazze minacciando istituzioni e media. Accade nell’Europa più evoluta: liberale nello spirito, frugale in economia, giudicante per natura.
Uno scenario di fibrillazione al quale i rispettivi governi non sembravano preparati. E le reazioni stupite della politica nelle capitali coinvolte avvalorano il quadro di complessiva impreparazione. Nonostante l’assalto squadrista di Roma alla sede della Cgil, il 9 ottobre scorso, evidenziasse pericoli diffusi, incluse insidiose saldature di piazza tra gruppi antagonisti e anarcoidi, militanti di estrema destra, autonomisti variamente intesi. Tutti pronti a scendere sul terreno della violenza pura. Anche l’Italia dunque è in prima linea. Il capo della polizia Lamberto Giannini, avvisa però che non saranno tollerate "violenze e ostacoli al percorso di ripartenza" intrapreso dal nostro Paese. Lo sguardo è rivolto al 2022 : "Un anno di ripartenza, accompagnata dalla polizia e dalle forze dell’ordine, perché nessuno sia lasciato indietro" e perché non si ammettano appunto "violenza e ostacoli".
Sono 44 gli arresti effettuati a Bruxelles dopo la manifestazione iniziata domenica pomeriggio e poi proseguita nella notte: 35mila persone in piazza – in larga parte intenzionate a manifestare pacificamente e – ma anche decine e decine di incappucciati che mettono a fuoco e fiamme la capitale a poca distanza dai palazzi UE e dalle ambasciate di Stati Uniti e Russia. Il premierAlexander De Croo denuncia "il comportamento puramente criminale" e le "violenze inaccettabili" di chi si è impadronito del corteo faticosamente disperso con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. Viste anche bandiere nazionaliste delle Fiandre, così come a Roma erano comparsi vessilli del Regno delle Due Sicilie, mentre a Vienna – anche qui 35mila presenze – si notavano tricolori italiani.
In Austria, dove il numero di persone immunizzate con due dosi è il più basso dell’Europa occidentale e da ieri è ripartito un lockdown generalizzato, la rabbia dei No Vax è altissima, visto che dal primo febbraio entrerà in vigore l’obbligo vaccinale. Anche l’Olanda fa i conti con una tensione sociale sconosciuta. I 51 arresti di Rotterdam e i molti poliziotti feriti e con danni all’udito dopo l’assalto dei manifestanti con pietre e petardi rischiano di non essere un caso isolato. "Non c’è posto per la violenza nella nostra società, non c’è posto per la violenza nelle proteste", è l’algido auspicio della Commissione europea.