Sabato 4 Maggio 2024

Violenza sulle donne, una ogni 15 minuti

Escalation di femminicidi: tre alla settimana, la maggioranza consumati tra le mura domestiche. Aumentano le denunce di abusi sessuali

Torino, una delle 21 panchine rosse contro la violenza sulle donne

Torino, una delle 21 panchine rosse contro la violenza sulle donne

Roma, 23 novembre 2019 - Ogni quindici minuti una donna è vittima di violenza, accade 88 volte al giorno. E’ la media registrata nel solo mese di marzo di quest’anno dalla Polizia. Nell’82% dei casi l’autore della violenza ha le chiavi di casa: nel 60% dei casi il presunto autore è l’ex partner. Nel 2018 sono state uccise 142 donne, nei primi dieci mesi del 2019 sono state 94. Dati sconcertanti che arrivano, nel giorno della manifestazione organizzata a Roma da «Non una di meno» e alla vigilia della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, lunedì 25 novembre, raccontano che nella società italiana c’è un’emergenza: si chiama violenza domestica e di genere.

IL CASO / Donna incinta uccisa a coltellate dall'amante

E’ un fenomeno in cui i numeri parlano: sono poco meno di 7 milioni le donne che in Italia hanno subìto violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita. Una su tre nella fascia d’età tra i 16 e i 70 anni. Secondo i dati Istat, per quasi 3 milioni di loro (il 13,6%) l’abuso è stato perpetrato dal partner attuale (855mila) o dall’ex compagno (2 milioni 44 mila). Non a caso le condanne definitive per maltrattamenti in famiglia sono in aumento: nel 2010 erano oltre 2.400 ma nel 2017 sono diventate circa 3.160 del 2017. Nonostante qualcosa si sia mosso – dalla legge Codice rosso alla commissione parlamentare sul femminicidio che sta audendo tutti gli attori coinvolti per studiare soluzioni e azioni di prevenzione – tantissimo resta ancora da fare. A cominciare dalla messa a disposizione di strumenti di tutela delle vittime. I fondi stanziati per gli orfani di femminicidio sono bloccati da due anni. «I figli delle vittime di femminicidio e le famiglie affidatarie che si prendono cura di loro hanno diritto a fondi bloccati in attesa dell’emanazione di un regolamento attuativo – commenta Samantha Tedesco responsabile Programmi e Advocacy di Sos Villaggi dei Bambini –. Per questo ci appelliamo al presidente del Consiglio affinché mantenga l’impegno preso nei giorni scorsi sbloccando le risorse già stanziate».

Il risarcimento per i figli delle donne uccise dal partner ammonta, secondo la legge di due anni fa, a 8.200 euro e si ottiene solo alla fine dei tre gradi di giudizio: per anni, dunque, i figli della vittima vengono cresciuti dai nonni o dagli zii che spesso si trovano a dover affrontare, oltre al dolore per la perdita, anche tantissime spese da soli. Il governo si è impegnato nei mesi scorsi ad aumentare, portandolo fino a 60 mila euro, l’indennizzo ma i soldi stanziati non sono ancora disponibili in assenza del nuovo regolamento. Inoltre spetta alle famiglie che si occupano dei minori rimasti orfani dimostrare di rispettare una serie di criteri, tra cui quello di aver esperito tutte le possibilità per avere il risarcimento dall’autore del reato. «E’ ora di pensare anche alle vittime e di ridare loro dignità», sottolinea Paola Radaelli presidente dell’Unione nazionale vittime. «Vittime – rimarca Stefania Bonfiglio, coordinatrice Unavi Lombardia – che sono sole nelle loro disperazione».