Mercoledì 24 Aprile 2024

Video hard sul web diventa virale: una 31enne si impicca

Napoli, la donna aveva avviato le procedure per il cambio del cognome e aveva cambiato casa. Poi non ce l'ha fatta più

Violenza sulle donne

Violenza sulle donne

Napoli, 13 settembre 2016 - Quei filmini finiti sul web e diventati 'virali' erano il suo incubo e alla fine non ce l'ha fatta più: a 31 anni si è impiccata nella sua nuova casa di Mugnano, dove aveva cercato di scappare alla 'gogna' dei social. Non tanto per la vergogna, probabilmente, ma per sfuggire alla persecuzione. Quei video, sei in tutto, li aveva girati un po’ per scherzo e un po’ per fare un dispetto al suo ex fidanzato. Dovevano rimanere privati, ma sono finiti su internet e subito diventati un tormentone su Facebook e WhatsApp, con migliaia di visualizzazioni e condivisioni. Da allora è iniziata la tortura, gli sberleffi, i riconoscimenti. E quella frase ripetuta, ancora e ancora: "Stai facendo il video? Bravo!". Un ritornello-tormentone diventato  presto uno degli slang più gettonati sui social, tanto da ispirare canzoni, parodie, addirittura una t-shirt. Una persecuzione che ormai durava da un anno e mezzo.

E lei si è difesa come poteva, dalla potenza del web: aveva anche avviato le procedure per il cambio del cognome, insieme alla madre aveva cambiato residenza almeno due volte, una in Toscana, l'altra a Mugnano, dove i carabinieri hanno trovato il suo corpo senza vita. La 'fama' l'inseguiva ovunque, la costringeva a chiudersi in casa, a non scambiare parola con nessuno: le sembrava che il mondo avesse visto quei video, che la sbeffeggiasse dietro le spalle. Per fuggire non ha trovato di meglio che farla finita, impiccandosi con un foulard. Non era la prima volta che tentava, divorata dalla depressione: due volte ha tentato di gettarsi dal balcone di casa.

Eppure stava per ottenere quello che avrebbe - forse - potuto salvarla: il diritto all'oblio. Il suo avvocato aveva citato in giudizio Facebook Ireland, Yahoo Italia, Google e Youtube e le persone coinvolte nella diffusione dei video, ottenendo un provvedimento d’urgenza diretto a rimuovere qualsiasi pagina web che facesse riferimento a lei, perché lesive della sua identità. Troppo tardi per lei, ha preferito torgliersi la vita.